Le suppliche al santuario di Vittorio Veneto: «Santa Augusta fammi andare in pensione presto»

VITTORIO VENETO. «Santa Augusta fammi andare in pensione , così posso venire a trovarti tutte le mattine». È uno tra le suppliche più simpatiche lasciate dai fedeli sugli appositi libroni del Santuario che si trova alle pendici del monte Marcantone.
La devozione popolare alla Santa serravallese sta registrando presenze da brividi. Diecimila pellegrini all’anno e libroni su libroni che vengono riempiti. Quello aperto al Colle è ormai il sesto libro di firme iniziato ad aprile 2018. Le firme all’anno sono circa 3 mila, in leggero calo dal 2015, anno in cui si toccò il record con 3500 “autografi”.
Il motivo della leggera flessione va ricercato nel fatto che chi decide di lasciare il proprio nome una volta, difficilmente lo rifà nelle successive tappe al Santuario.
Nel registro non mancano le firme internazionali dal Giappone, alle Filippine,passando per L’ Equador. Anche tanti vittoriesi che sono immigrati all’estero, oltra a devoti di altre nazionalità-
È a lei, alla Santa, martire, patrona della città , che si rivolgono per invocare grazie e miracoli. Molti dei quali concessi e di cui resta traccia negli innumerevoli ex voto affissi alle pareti del Santuario.
Ciascuno di quei quadretti racconta una storia, una testimonianza dell’intervento divino nelle vite di tanti uomini e donne di ogni ceto di età. I miracoli più gettonati sul Colle. Quest’anno curiosamente non ci sono richieste di lavoro come lo era stato negli anni precedenti, ma tutte orientate alla famiglia
C’è chi si rivolge in modo colloquiale alla Santa per presentarle il compagno o la compagna e affidarglieli, per ricordare: «La nonna mi portava sempre qui da piccola.Ora ho tanti anni di più». Oppure «ciao Sant’ Augusta oggi è un giorno speciale dopo 30 anni di convivenza, ci siamo sposati in chiesa proteggi la nostra famiglia». Qualcuno semplicemente si rallegra per essere arrivato al Colle «dopo tanti anni che ti guardo dal basso».
Altre sono richieste molto più intime : « Spero che mamma e papà tornino insieme». E c’è chi invoca la Santa per chiedere “l’eterna giovinezza “ o “per far restare i genitori sempre giovani “.
Chi per risolvere i problemii che affliggono l’umanità: «Vorrei che nel mondo finisse lo sfruttamento umano».
«Proteggici», scrive un altro fedele « in questi tempi di odio e di diffidenza, con la compassione e la fraternità». C’è chi si affida a Santa Augusta per la sua stessa vita o dei figli in arrivo, ma anche per la conversione e per proteggere tutti i sacerdoti e il vescovo Corrado. E non sono pochi coloro che testimoniano di essere guariti o di aver avuto sollievo dall’emicrania.
La tradizione vuole che per far passare dolorose emicranie, si possa inserire la testa nel cancello che segna il luogo dove un’urna di pietra celava le ossa della Santa, tanto che la voce popolare recita: «Le cordéle de Santa Gusta le guarise dal mal de suca». Sant’Augusta è vissuta nella prima metà del V secolo.
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