Le superiori verso la Maturità i presidi mappano aule e spazi

TREVISO. I parafiato collocati alla reception. La sanificazione effettuata da ditte specializzate. I totem per il gel in arrivo, mascherine e guanti già ordinati, perfino l’acquisto di termoscanner. E, aspetto di primaria importanza, l’individuazione delle aule che meglio possano garantire il rispetto del droplet. Le scuole della Marca, fra mappature e accorgimenti vari, si preparano all’esame di maturità. Il tempo incalza. E le ultime dichiarazioni del ministro Lucia Azzolina, che ha aperto allo svolgimento «in presenza» dell’orale (dal 17 giugno), in via eccezionale unica prova prevista, hanno indotto i presidi a pigiare sull’acceleratore. Pur attendendo ancora ordinanze ministeriali e protocolli specifici, gli istituti hanno iniziato ad attrezzarsi. Con la sensazione che l’esame di Stato, fra distanziamenti e igienizzazioni, rappresenterà un prezioso test, in vista del ritorno in aula, magari con didattica mista (metà on line, metà in classe), da settembre.

«Abbiamo 16 quinte, vorremmo indicazioni precise per organizzarci bene», premette Anna Durigon, preside del Mazzotti. In viale Europa, a onor del vero, l’operazione “maturità 2020” è già cominciata. Attingendo ai fondi del “Cura Italia”, molti acquisti sono stati effettuati. «Nei giorni scorsi, abbiamo già provveduto a sanificare l’intero primo piano dell’istituto, uffici e bagni. Ci siamo rivolti a una ditta specializzata», spiega Durigon, «Abbiamo già comprato e collocato 30 barriere parafiato in plexiglass per gli uffici e il personale alla reception, siamo in attesa dell’arrivo dei totem con il gel. All’ingresso, abbiamo posizionato colonnine per marcare la distanza dalla postazione dei collaboratori scolastici. In ottica esame, c’è l’intenzione di creare percorsi guidati, applicando impronte adesive sul pavimento. Ci stiamo dotando di mascherine e guanti monouso». Un lavoro certosino e capillare, che include l’individuazione delle aule più idonee: «Fortunatamente, ne abbiamo di grandi, che ospitano di norma una trentina di ragazzi. E possiamo contare su più porte d’ingresso. Ci sarebbero ampie garanzie sul rispetto della distanza, ma potremmo utilizzare pure le due palestre o l’aula magna».
Altrove magari l’organizzazione non è così avanti, quel che è certo è che non si vuole perdere tempo: «Stiamo acquistando rilevatori di temperatura da utilizzare all’ingresso», rimarca Renata Moretti, dirigente del Besta, «La sanificazione è stata già effettuata dal personale della scuola, ma stiamo prendendo contatti con un’azienda specializzata. Per una pulizia con nebulizzatori, da svolgere a ridosso dell’esame. Mascherine e guanti li abbiamo già presi, ma vorremmo indicazioni dettagliate sul protocollo sanitario. Penso, ad esempio, agli ingressi scaglionati». Al Canova, la preside Maria Rita Ventura ha già in mente gli spazi più consoni a un esame in sicurezza: «Ho una doppia aula magna, ma anche aule grandi con una capienza di 40 posti. Abbiamo già acquistato i dispensatori con gel, considerato che la scuola rimane aperta per attività indifferibili. Ci stiamo attivando per mascherine e guanti».
Quanto alle modalità di svolgimento dell’esame, intende fare una sottolineatura: «Avrei seri dubbi sull’apertura dell’esame al pubblico. Per cause di forza maggiore, lascerei spazio solo alla commissione e all’alunno. Ossia otto persone. Non mi pare sia il caso di correre rischi inutili, permettendo l’accesso a famigliari o compagni. I testimoni non servono, all’esame i docenti sono pubblici ufficiali». Al di là della buona volontà, le scuole aspettano però risposte. E qualcosa di più si potrebbe sapere, dopo il confronto che le varie sigle sindacali avranno giovedì con il ministro Azzolina: «Bisogna assicurare linee guida e protocolli chiari in vista della maturità», attacca Teresa Merotto, Cisl scuola, «Occorre capire come organizzare gli spazi, garantendo il distanziamento. Dovessero mancare i requisiti di sicurezza, c’è l’ipotesi di collocare la commissione in un’aula e lo studente, videocollegato, in un’altra». Senza scordare il tema dell’età media alta del corpo docente (quindi una fascia d’età potenzialmente a rischio), che già sta alimentando qualche preoccupazione (ne scriviamo a parte): «Chiederemo garanzie al ministro. L’esame non dovrà mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno».
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