Le scuole paritarie trevigiane reggono l’urto. Si riapre dal 3 settembre

Contessotto (Fism): «La crisi creata dal Covid non ha compromesso le iscrizioni». Molti istituti hanno mantenuto inalterate le rette e in alcuni c’è la lista d’attesa
Zago agenzia foto film Treviso inaugurazione scuola infanzia pio x
Zago agenzia foto film Treviso inaugurazione scuola infanzia pio x

TREVISO. A inizio estate, nel mondo delle paritarie cattoliche, tirava una brutta aria. Serpeggiava il timore che la crisi economica generata dall’emergenza Covid-19 potesse compromettere le iscrizioni. E, di conseguenza, le casse delle scuole. «Invece le nostre paritarie hanno retto l’urto», rimarca Francis Contessotto, presidente provinciale Fism (nidi e materne).

Tanto che la stragrande maggioranza degli istituti ha deciso di mantenere inalterate le rette e che si registrano anche situazioni in controtendenza: 20 famiglie in lista d’attesa per le scuole dell’infanzia del Pio X, più 15% nelle iscrizioni in prima superiore al collegio di Borgo Cavour. «L’unico dubbio è che qualche famiglia non si fidi a mandare i figli. E mi riferisco alle fasce d’età del nido e materne. Su questo, però, è troppo presto per avere riscontri», sottolinea Contessotto. Quel che è certo è che gli istituti paritari apriranno le danze nella scuola dell’era Covid.

Si parte

Già la prossima settimana in qualche asilo si procederà con l’inserimento dei più piccoli (c’è chi farà suonare la campanella il 3 o 4), i licei inizieranno prima del 14 settembre. Al Pio X, ad esempio, infanzia e primarie prenderanno il via il 7, alle superiori si comincerà il 10. All’asilo Bricito si ripartirà invece l’8, un giorno dopo rispetto a elementari e superiori delle Canossiane. Un esercito che torna a lavorare in presenza dopo la didattica digitale imposta dalla fase più acuta della pandemia.

I numeri

La sola Diocesi di Treviso conta 110 plessi per il solo settore infanzia; con primarie, medie e superiori si arriva a circa 120 istituti, mentre il personale – dai docenti ai bidelli – supera le duemila unità. Ma come sono state arginate le difficoltà dei mesi scorsi, tanto da scongiurare le gravi conseguenze evidenziate in altre zone d’Italia? «Qui non ci sono stati rischi di mancate riaperture, al massimo ci potrà essere una classe in meno in qualche scuola», rimarca Contessotto, «Una boccata d’ossigeno l’hanno data parecchi Comuni con aiuti straordinari, altrimenti qualche istituto avrebbe chiuso davvero. Poi c’è stato l’anticipo dei contributi ministeriali, che di solito si erogavano a fine anno. E pure la Regione, con un bando, è intervenuta a favore delle scuole più fragili. Senza scordare i contributi straordinari Covid, per i quali attendiamo però i decreti attuativi. Certo, al di là di qualche caso, la denatalità già a gennaio aveva influito sulle iscrizioni. Qualche segno meno, specie nel nido, lo registriamo. Ma abbiamo saputo reggere l’urto del Covid, solo qualche scuola ha dovuto ritoccare le rette e l’ha fatto nel modo più leggero possibile. La stragrande maggioranza le ha mantenute invariate».

La Cei

Nel mentre, a livello di medie e superiori, sono arrivati in soccorso i sussidi della Cei (Conferenza episcopale italiana) da duemila euro per gli alunni con Isee familiare fino a 25 mila euro (o fino a 35 mila euro, in presenza di un secondo figlio iscritto alle paritarie). «Sussidi legati alle secondarie, dove le rette sono più alte», rimarca Andrea Vitulli, direttore Canossiane e vicepresidente regionale Fidae (medie e superiori), «Sussidi che senza dubbio hanno aiutato molto. Le iscrizioni alle Canossiane sono in linea con l’anno scorso». Al Pio X, sono pure aumentate: «Una decina di alunni in più all’infanzia, 20 famiglie in lista d’attesa. Altre 15 per le primarie. L’anno scorso ne contavamo un paio», rivela la direttrice Laura Catella. —

 

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