«Le “sardine” e Greta accendono l’attenzione sulle contraddizioni»

L’INTERVISTA
Due mesi e mezzo a Treviso, e il vescovo mons. Michele Tomasi coglie l’occasione delle festività per un primo bilancio della sua esperienza al timone della Diocesi, scandita da numerosi incontri con fedeli e associazioni. Entra nel vivo dei temi dell’attualità affiancato da mons. Lucio Bonora, direttore de “La Vita del Popolo”, don Daniele Fregonese, responsabile diocesano della comunicazione, e la portavoce Alessandra Cecchin.
GRETA, SARDINE
«Il sabato della manifestazione delle sardine ero a S. Nicolò, c’era la veglia dei giovani, bellissimo vedere 2.000 ragazzi pregare e cantare con il vescovo» ha esordito monsignor Tomasi, «nessuna contrapposizione, era programmato da tempo. I giovani? Hanno responsabilità, come tutti i cittadini. Le sardine? Come per Greta, è naturale che i giovani portino alla ribalta contraddizioni, emergenze. È il segnale di un’esigenza, giusto che la si racconti. Poi tutti insieme, con gli adulti, si deve trovare un equilibrio, una mediazione, necessarie nella vita».
AUTONOMIA
«Nella Chiesa la sussidiarietà è centrale, e si lega alla solidarietà perché non si deve mai dimenticare che siamo parte di uno stato, e dell’Europa, che è un piccolo continente del mondo». E l’autonomia? «Tutto ciò che fa aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica è positivo, ma essenziale è che la sussidiarietà non diventi egoismo, e che la solidarietà non sia omologata, ma le risorse, sempre insufficienti, siano usate con efficacia, se non con efficienza per il bene comune».
POLITICA E LEGA
«Un vescovo è un prete, e si concentra prima sulla vita delle Chiesa, certo vota come tutti», ha precisato il presule, «c’è una democrazia, il voto è libero, non sta a me sindacare sul voto. Nel mio servizio incontro persone di diversi orientamenti, come gli amministratori, non sapevo di quale parte fossero. Certo ho la responsabilità di annunciare un Vangelo dove Dio esalta la dignità di ogni persona, la solidarietà. Può essere che dirò o scriverò cose che non troveranno tutti d’accordo, ma questo sta nel gioco delle parti».
ECONOMIA E IMPRESA
Il nuovo presule ha sottolineato il «diffuso spirito imprenditoriale, qui più rilevante che altrove: non può che far bene, idee ed intuizioni in movimento diventano realtà economiche con l’assunzione di rischio di impresa e di responsabilità verso le comunità. Ma nemmeno l’economia può diventare principio assoluto», e ha auspicato che «industria, artigianato, agricoltura, commercio e servizi facciano rete». Due i moniti agli imprenditori: «Va cercata la via della qualità, a scapito di quantità e bassi costi», per diventare un riferimento non solo in Italia, ma in tutta l’Europa». Il secondo sul «profitto, mai disgiunto dalla persona, dalla dignità dei lavoratori e dalla centralità del lavoro».
IL LAVORO
Riferendosi ai colleghi vescovi di Belluno e Vittorio Veneto, che hanno sfilato a fianco dei lavoratori a rischio delle aziende dei loro territori, monsignor Tomasi è stato chiaro. «Se si tratta di solidarizzare con il lavoratori, e di contribuire a difendere i posti di lavoro, scendo subito», ha dichiarato, «poi spetta a politica e parti sociali trovare le soluzioni».
ODIO, SOCIAL E SEGRE
«Il diffuso odio è certamente un problema dei nostri tempi. Voglio essere ottimista e speranzoso, confido che i giovani abbiano un rapporto migliore con gli strumenti tecnologici. L’odio non porta a niente, San Paolo ha scritto che quello che davvero conta nella vita dell’uomo è l’amore. La Segre? Felice che diventi mia concittadina onoraria, la sua è una vita di testimonianza e dedizione dopo la sofferenza del male assoluto nel lager. E per noi cristiani il popolo d’Israele è la radice santa del cristianesimo».
CiTTà E DUOMO
«Treviso è bellissima e ben compaginata. Piazza Duomo? È un patrimonio della città e dei cittadini, se l’amministrazione vorrà farla più bella, siamo pronti a parlare. Ma ricordiamo che siamo anche un centro di servizi e di uffici per il territorio». E i dirimpettai Benetton? «Mai incontrati» conclude monsignor Tomasi, «ma siccome è importante incontrarsi con il vicinato che è il nostro prossimo, lo faremo senz’altro». —
Andrea Passerini
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