Le ordinanze di Capodanno a Treviso: botti vietati, ma solo vicino alle case

Treviso. La Prefettura ferma le ordinanze che proibiscono tutti i materiali pirotecnici. I sindaci le rifanno in senso meno restrittivo
DeMarchi Castelfranco capodanno in piazza Giorgione
DeMarchi Castelfranco capodanno in piazza Giorgione

ITREVISO.  Comuni fanno marcia indietro sulle ordinanze anti botti: in una nota la Prefettura spiega che non è possibile vietare “tout court” fuochi d’artificio e petardi sull’intero territorio comunale. Il divieto va circoscritto a orari e luoghi ben definiti. Treviso e Mogliano, per esempio, avevano semplicemente messo fuori legge i botti la notte di San Silvestro. Invece, quelli di libera vendita si potranno utilizzare a patto di rispettare i limiti delle ordinanze e dei regolamenti comunali.

Il caso del capoluogo è emblematico. Pochi giorni fa una prima ordinanza vietava i botti (tutti) in qualsiasi punto del territorio comunale. Poi la marcia indietro. «Era necessario precisare dove e come» spiega l’assessore del comune di Treviso Luciano Franchin, «la limitazione dev’essere mirata. Altrimenti non si possono garantire controlli precisi». Ecco quindi la seconda versione dell’ordinanza: accensione e utilizzo di «materiali esplodenti» vietati a meno di 500 metri da ospedali e case di riposo, in presenza di animali, dentro le mura dalle 20 di oggi alle 6 di domani (c’è già lo spettacolo pirotecnico ufficiale). Una bella differenza rispetto a prima.

Lo stesso è accaduto a Mogliano, dove il sindaco Carola Arena aveva ordinato «l’accensione e i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi e altri artifici pirotecnici provocanti detonazione». Tutto da rifare, dopo l’arrivo della nota della Prefettura. Ordinanza ritirata e spazio a un semplice avviso che ricorda il Regolamento di polizia urbana, nel quale è vietato far scoppiare petardi e fuochi d’artificio vicino a persone, animali, edifici, veicoli a motore, impianti elettrici e a gas. Altri Comuni, invece, erano già ricorsi a ordinanze circoscritte.

È il caso di Conegliano: «Abbiamo riproposto quella dell’anno scorso» spiega il sindaco, Fabio Chies, «non si possono vietare tutti i fuochi, genericamente. Nel nostro caso abbiamo una festa sulla Gradinata degli Alpini, per cui saranno proibiti nelle vie e piazze del centro e nel raggio complessivo di duecento metri dalle vie adiacenti e confluenti a quelle in cui si svolgono gli eventi. Limitazioni di questo genere sono sempre positive: l’obiettivo è tutelare il benessere, ma anche la salute, di persone e animali».

Esiste anche una schiera di Comuni che non hanno deliberato atti ufficiali, esposti al rischio di ricorsi e interpretazioni, ma hanno raccomandato lo stesso ai cittadini di non abusare con i materiali pirotecnici. «Raccomandiamo un uso responsabile di questi materiali» spiega il sindaco di Castelfranco, Stefano Marcon, «non serve un atto formale, quello che deve passare è il messaggio. In passato non abbiamo mai avuto grandi disagi, ora è cresciuta la sensibilità nei confronti degli animali e ne teniamo conto». Anche Resana e Susegana, tra gli altri, negli ultimi giorni si sono appellati al buon senso dei cittadini.


 

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