Le fotografie “perdute” dell’alluvione del 1966 prendono colore e tornano a nuova vita

il progetto
Le foto dell’alluvione riprendono colore grazie all’opera di un cittadino mottense che ha voluto ricordare i terribili giorni del 5 novembre 1966, quando l'argine destro del fiume Livenza cedette in seguito a una piena eccezionale generando una disastrosa marea di acqua e fango.
Andrea Marin ha recuperato le fotografie in bianco e nero dell’epoca, messe a disposizione da Nicola Grassato, per restituire luci e colori di quei momenti di paura e sofferenza per la comunità mottense.
«Mi ha guidato una forte curiosità di vedere come poteva essere il risultato–racconta Marin– così mi sono cimentato nella colorazione delle foto, per restituire nuove sfumature a questi scatti di memoria bicolore».
I cittadini mottensi ne seguono il lavoro sulle pagine Facebook del paese, tra meraviglia e curiosità, sia tra gli anziani, sia tra i più giovani. I ricordi hanno iniziato a fluire e ognuno ha voluto portare la propria testimonianza, diretta o indiretta, di quegli attimi, quando Motta è rimasta tagliata fuori dal mondo. Erano le 3.25 del 5 novembre, quando l’argine destro del Livenza si ruppe in seguito a una piena eccezionale, provocata dalle abbondanti piogge di quei giorni e dal forte vento di scirocco che bloccava la foce del fiume arrestando il defluire delle acque.
Si formò uno squarcio di circa 150 metri da cui fuoriuscì un’enorme massa d’acqua che invase le zone circostanti fino ad arrivare alle 5 del mattino nel centro di Motta. Una notte di angoscia e al buio, visto che l’illuminazione pubblica era completamente assente. Le operazioni di soccorso ed evacuazione proseguirono senza sosta per mettere in salvo i cittadini. Diverse le case disseminate nella campagna del territorio completamente isolate, l’acqua arrivò anche nei Comuni vicini.
In quelle stesse ore anche il Piave ruppe gli argini colpendo duramente Cimadolmo, Ormelle, Ponte di Piave e Oderzo. Il 7 novembre Motta era completamente isolata da un mare di acqua dolce. La basilica della Madonna dei Miracoli fu invasa per sei giorni da due metri e mezzo d’acqua con danni gravissimi alla struttura, ci vollero quattro anni per riportarla allo stato originale. In tutto il Comune non ci fu una sola vittima, un miracolo che venne attribuito alla Madonna.
L' 8 novembre le condizioni meteorologiche migliorarono e le acque cominciarono lentamente a defluire dal centro mottense, abbandonando piazza San Rocco e piazza Luzzatti, permettendo ai cittadini di constatare i danni e prendere i pochi averi rimasti integri dalla furia dell'acqua. Gli abitanti poterono tornare alle proprie case solo a Natale.
Gli alpini della sezione mottense riuscirono a organizzare la Befana per i bambini distribuendo indumenti, giocattoli e caramelle a tutte le famiglie colpite, restituendo un po’ di serenità. —
Gloria Girardini
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