L’archivio di Bertolini interessa al Comune «Valore storico enorme»

MONTEBELLUNA. La villa non è di interesse per il Comune di Montebelluna, l’archivio storico del senatore Bertolini invece sì. Gli appelli all’amministrazione comunale perché acquisti villa Bertolini, che andrà in asta giudiziaria al prezzo di 1 milione e 800mila euro con offerta minima di 1 milione e 350mila euro, sono destinati infatti a non avere effetto. Il sindaco Marzio Favero lo ha escluso, però punta ad avere l’archivio storico di Pietro Bertolini, ministro con Giovanni Giolitti e autore di quella riforma del Montello che ha assegnato i terreni ai residenti. Però sotto forma di donazione o in qualche forma che renda quella documentazione a disposizione degli storici.
Era stata lanciata anche una petizione online per indurre l’amministrazione comunale ad acquisire villa Bertolini, ma ha avuto ben poco seguito: 7 firme finora.
«Non è un edificio che il Comune possa acquistare», spiega il sindaco Marzio Favero, «non è un immobile come villa Pisani o altri per i quali è stata data una precisa destinazione. Villa Bertolini ha una struttura come edificio di abitazione e quindi non rientra tra gli immobili che un Comune possa acquisire». C’era stato anche chi aveva suggerito di provare a vendere qualche altra villa di proprietà del Comune per avere le risorse per acquistare villa Bertolini, come per esempio spostando il museo a villa Pisani per mettere in vendita villa Biagi. Ma è una strada a quanto pare sbarrata e quindi solo un privato potrà comprarla.
Diverso il discorso per l’archivio del senatore Pietro Bertolini: a quello il Comune è interessato, ma non in forma di acquisto, perché non intende impegnare decina di migliaia di euro per diventare proprietario della corrispondenza e delle carte del senatore. «Ho contattato lo storico Lucio De Bortoli perché si interessi di tale archivio», ha spiegato l’altra sera in consiglio comunale il sindaco, «è un archivio di interesse storico per il rilievo che ha avuto il senatore Bertolini nella storia dell’Italia e quindi sarebbe importante che fosse messo a disposizione del pubblico».
E lo storico De Bortoli spiega: «Si tratta di un fondo documentario che contiene l’importantissima rete epistolare del senatore. Sappiamo tutti, spero, che Pietro Bertolini è stato un peso massimo della politica italiana tra Otto e Novecento, sino ad assurgere a delfino di Giovanni Giolitti. La sua corrispondenza pluritrentennale è tutta dentro la storia d’Italia di quei decenni. Un patrimonio a dir poco straordinario. Occorre pertanto, come ho avuto occasione di fare per l’archivio di Augusto Serena (e come sta avvenendo per l’importante fondo del generale Vincenzo Garioni), che anche le carte di Bertolini divengano bene comune. A breve saprò se ciò sarà possibile».
Un archivio legato all’uomo che fu parlamentare dal 1890, prima col gruppo di Sidney Sonnino, poi ministro dei Lavori pubblici (1907-09) con Giolitti e, dopo aver preso parte alle trattative di pace con la Turchia, ministro delle Colonie (1913). Deciso neutralista, aveva partecipato ai tentavi promossi dal Giolitti nel maggio 1915 per evitare l’intervento nella guerra mondiale. Era stato nominato senatore nel 1920, anno della sua morte. –
Enzo Favero
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