«L’aperitivo? Meglio col vino, ma la gradazione è uguale»

Stessa quantità di alcol per lo spritz con l’Aperol e un bicchiere di vino. Ossia si va dai 10 ai 12 gradi. Sempre che l’aperitivo più amato dai trevigiani rispetti le proporzioni di acqua, vino e...
Curto nelle vesti di Gran Maestro della Confraternita alla recente Mostra Nazionale degli Spumanti.
Curto nelle vesti di Gran Maestro della Confraternita alla recente Mostra Nazionale degli Spumanti.

Stessa quantità di alcol per lo spritz con l’Aperol e un bicchiere di vino. Ossia si va dai 10 ai 12 gradi. Sempre che l’aperitivo più amato dai trevigiani rispetti le proporzioni di acqua, vino e amaro (un terzo per ciascun ingrediente) e che non si abbondi di alcol a scapito dell’acqua come succede ormai in molte occasioni nei bar frequentati soprattutto da una clientela giovane. Nella tradizione è l’acqua infatti ad alleggerire l’alcol (10-12 gradi) e l’Aperol (11 gradi). Lo spiega Floriano Curto, enologo e presidente della Confraternita di Valdobbiadene, il gruppo di appassionati del prosecco composto da tecnici enoici e personalità del mondo vitivinicolo. Curto non spende parole di stima nei confronti dello spritz. «Per me il vino non deve essere annacquato con l’acqua o con l’amaro», dice, «Se voglio bere l’acqua, bevo un bicchiere d’acqua, se voglio bere il vino, mi gusto un bicchiere di vino e se desidero l’amaro, assaporo l’amaro». Ma non è solo questione di papille gustative. «Il vino ha una sua storia, una sua cultura radicata nel territorio», spiega il presidente, «Lo spritz, composto da sola acqua e vino bianco, è stato molto in voga negli anni ’60 e ’70. Poi è scomparso. In questi ultimi anni è ricomparso collegato all’amaro, grazie però a un grande sostegno pubblicitario». Senza il quale forse non sarebbe invalsa la moda. Curto è scettico anche sulla trovata pubblicitaria dell’Aperol-Spritz sugli autobus dell’Actt. «Visto che la società di trasporto prende finanziamenti pubblici perché non pubblicizza prodotti tipici locali?», si chiede il presidente della Confraternita, «Non dico solo la Casatella o il prosecco, ma anche eventi culturali o enogastronomici in giro per la provincia. In altre realtà italiane lo si fa. Penso anche ai camion che si occupano di allestire palchi o eventi. Questi hanno spesso i lati con foto di bellissimi paesaggi del territorio dove si svolge la manifestazione».

Laura Canzian

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