La traumatologia cresce ma manca il personale

MONTEBELLUNA. Un riordino della traumatologia che rischia di creare solo disguidi: è l’accusa che l’Anaao Assomed, il sindacato dei medici, muove per voce del suo responsabile di zona, Pasquale Santoriello. Perché gli interventi più importanti e l’aumento dei posti letto saranno concentrati a Montebelluna ma senza che ci siano dei reparti e servizi collegati e senza il necessario personale medico e infermieristico.
Con l’arrivo il primo giugno del nuovo primario, Michael Memminger, ortopedia a Montebelluna sarà potenziata con dieci posti letto e a Castelfranco il reparto sarà solo succursale. Ma a tirare in ballo l’altra faccia della medaglia provvede il sindacato dei medici. «La progressiva chiusura della traumatologia di Castelfranco – fa notare Santoriello – impone un potenziamento del reparto ortopedia di Montebelluna, che si vede improvvisamente costretto ad accogliere e trattare un numero esorbitante di gravi traumi, come mai era accaduto sinora. A tutt’oggi però, e nonostante le ripetute sollecitazioni, il personale medico e infermieristico del San Valentino non è stato proporzionalmente aumentato, e pertanto si segnalano già difficoltà, disguidi e ritardi, inevitabili quanto prevedibili. La prima cosa da fare quindi è trasferire almeno due medici ortopedici e quattro infermieri da Castelfranco a Montebelluna, per poter far fronte all’enorme carico di lavoro dirottato sulla traumatologia di Montebelluna, il cui reparto è stato tra l’altro dotato di ulteriori posti letto, senza però che fosse previsto il personale aggiuntivo; al contrario recentemente è stato autorizzato inspiegabilmente il trasferimento di un medico dal San Valentino all’ortopedia di Castelfranco (reparto ridotto a soli 15 posti letto), indebolendo quindi proprio il personale del reparto più esposto alla onda d’urto in arrivo. A Castelfranco sette ortopedici per 15 posti letto (solo 10 letti dal 1 giugno) significa un medico ogni due posti letto (1,5 dal 1 giugno), a Montebelluna invece sette ortopedici per 38 posti letto. Che succederà poi per quanto riguarda il trasferimento in ambulanza di decine di fratturati da Castelfranco a Montebelluna? Talvolta il trasferimento non prevede l’assistenza medica a bordo, quindi un eventuale aggravamento dell’ammalato potrebbe non essere gestito in maniera adeguata. C’è poi la questione dell’assenza del servizio di chirurgia vascolare e della radiologia interventistica: infatti mentre si è deciso di trasferire tutti i traumi importanti al S. Valentino, non si è pensato di trasferire anche la chirurgia vascolare e la radiologia interventistica, che sono indispensabili per garantire un trattamento adeguato a molti politraumi con associate lesioni vascolari da trattare immediatamente. Restano infatti operative a Castelfranco, Treviso e Camposampiero. A questo si aggiunge che a Montebelluna non è neppure presente un centro trasfusionale». (e.f.)
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