«La Regione vuole nuove cave a Vedelago»
L'assessore Gazzola accusa: violano l'accordo per fermare le escavazioni, li denunciamo

Andrea Gazzola
VEDELAGO.
Cave, scoppia la guerra tra Comune e Regione. L'accusa dell'assessore all'ambiente vedelaghese Andrea Gazzola alla Regione è di voler spingere a favore di nuove escavazioni, forzando il limite massimo fissato di superficie scavabile fino ad arrivare al 4 per cento della superficie utilizzabile. Il Comune minaccia di adire alle vie legali.
Accuse pensanti quelle lanciate dall'assessore Andrea Gazzola nei confronti della Regione. Il tema è delicatissimo. I toni sono quelli di una dichiarazione di guerra in pieno stile. Gazzola è sbottato mercoledì durante il consiglio comunale. A suo dire la Regione starebbe tentando di «forzare» il limite massimo di escavazione possibile nel territorio comunale vedelaghese. Il tetto fissato da un accordo risalente all'anno 2000 siglato da Comune, cavatori, Provincia e Regione. La superficie massima di escavazione non può superare il 3% della superficie agricola totale comunale. La Regione di fatto vuole andare in deroga a questo patto, alzando il limite al 4% e adducendo come motivazione la presenza di argilla e non solo di ghiaia nel sottosuolo vedelaghese. Su questo l'affondo di Gazzola. «Gli accordi non si toccano, a Vedelago non c'è spazio per nuove cave - ha tuonato - siamo di fronte a un tentativo di oltraggiare un accordo preso nel 2000, un contratto che deve essere rispettato. Da una prima verifica abbiamo inoltre riscontrato alcune anomalie rispetto ai dati forniti dalla Regione che se raffrontati con quelli in nostro possesso non collimano. Inoltre vi sono errori evidenti quali il computo come superficie agricola di tutta l'area su cui insiste l'aeroporto militare piuttosto che dell'area posta sotto sequestro anni fa dalla della Regione per l'ampliamento abusivo della cava Vittoria. Sarà nostro impegno continuare le verifiche di carattere tecnico e sottoporre all'attenzione dei nostri legali la documentazione al fine di fare quanto più possibile per confutare i dati trasmessi». Non è esclusa dunque la strada di un'azione legale nei confronti della Regione. (d.q.)
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