La piscina chiusa a Casale: «Noi collaboratori di Aquafit, lasciati a casa senza preavviso»

Il centro sportivo ha chiuso i battenti dopo il lockdown Una trentina le persone che lavoravano tra palestra e piscina

CASALE sul sile. Nei giorni scorsi con un lungo e accorato post sulla loro pagina ufficiale i gestori delle piscine Aquafit 2.0 di Casale hanno comunicato all'utenza l'impossibilità di proseguire nell'attività di piscine e palestre. All’encomio nei confronti degli istruttori e del personale, che hanno reso possibili, a partire dal 2015, tante iniziative e risultati di prestigio, fa da contraltare la notizia, comunicata da uno dei personal trainer, delle gravi difficoltà in cui si trova oggi il personale.

«Con la chiusura di Aquafit», sono le sue parole, «più di 30 collaboratori sono rimasti a casa con appena 48 ore di preavviso, dopo tre mesi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali».

A denunciare la situazione è Daniele Zanata, laureato in scienze motorie, da oltre due anni impegnato nella struttura casalese di via Belvedere. La crisi causata all’impianto sportivo dalla prolungata chiusura per l’emergenza coronavirus è evidente: pur essendo stato emanato dal governo un bonus straordinario attraverso “Sport e Salute” spa, istruttori sportivi e le altre figure impegnate nell’ambito fitness scontano storicamente l’assenza di specifici ammortizzatori per il tipico inquadramento contrattuale legato al lavoro “a chiamata”.

Mentre alcune palestre e piscine si sono fatte trovare pronte alla riapertura della fase 2, altre strutture, investite dall’ingombrante peso delle misure speciali per il distanziamento sociale, hanno ritardato.

Tra queste appunto l’Acquafit di Casale, impianto che grazie alla piscina esterna proprio in estate avrebbe potuto offrire alti livelli di soddisfazione alla clientela. Il gestore Massimo Bellio, ha comunicato l’intenzione di chiudere anche all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Giuliato che non ha potuto far altro che prendere atto della decisione: «La struttura è privata», commenta il primo cittadino, «Siamo rammaricati, ma non abbiamo alcun margine di intervento».

La chiusura di Acquafit 2.0 (alcune voci parlano solo di uno stop stagionale con ripartenza dopo l’estate) si inserirebbe in uno scenario particolarmente difficile nel contesto dei Comuni dell’asta del Terraglio. A Mogliano nel 2016 hanno chiuso per sempre le piscine comunali Rari Nantes e l’anno scorso è fallita la Full Life che gestiva le piscine di Mazzocco. Anche quelle di via Torni rimarranno aperte solo per i centri estivi. Dal 3 giugno hanno invece riaperto le piscine StileLibero di Preganziol, le uniche a restistere in un settore messo a dura prova dal lockdown. —

matteo marcon. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso