La Pasqua al lavoro e come premio busta paga tagliata

TREVISO. Una disdetta del contratto integrativo che vale, per gli oltre cento dipendenti del Billa in provincia di Treviso, circa 150 euro lordi in busta paga al mese. Dopo aver lavorato (gli unici in provincia) anche la mattina di Pasqua, il 25 aprile, addirittura il primo maggio, si sono visti imporre dall'azienda questa decisione che, non solo alleggerisce notevolmente la loro busta paga, ma toglie diritti e indennità di presenza. Per questo Filcams Cgil e Fisascat Cisl ieri hanno indetto uno sciopero (con un'adesione del 30%) e hanno organizzato un “picchetto itinerante” davanti ai quattro punti vendita della Marca. Billa, azienda della grande distribuzione, fa parte del tedesco Rewe Group, uno dei più importanti in Europa. In tutto nella Marca oltre un centinaio di dipendenti, il 60% assunto con contratto part time, il restante full time. L'alleggerimento della busta paga derivante dalla disdetta del contratto integrativo (che l'azienda ha giustificato parlando della situazione di crisi che non renderebbe più sostenibili gli oneri derivanti dal contratto) riguarda entrambe le categorie. «È una situazione grave, che la stessa clientela ha compreso cercando di sostenere i lavoratori non facendo la spesa durante il picchetto», spiega Luisa Buranel, Filcams Cgil. «Questa decisione imposta dall'azienda ha diverse conseguenze sul lavoratore, non solo di ordine economico, con il venire meno dell'indennità di presenza e l'abbassamento del compenso nei giorni festivi». Buranel spiega infatti che la disdetta del contratto integrativo cancella molti diritti dei lavoratori: ad esempio l'obbligo dell'azienda in caso di trasferimento di effettuarlo in una raggio massimo di 15 chilometri. «L'intento dell'azienda è di scaricare sui lavoratori gli effetti negativi della crisi e l'incapacità dell'impresa di far fronte con adeguate politiche aziendali alle mutate condizioni di mercato e alla concorrenza. Respingiamo tale atto unilaterale e diffidiamo l'azienda dal mantenere questo atteggiamento antisindacale». La tensione è palpabile: nei supermercati trevigiani, con un cartello, l'azienda ha diffidato i dipendenti dal rilasciare dichiarazioni alla stampa a nome di Billa, pena l'avvio di azioni legali. «E questo», aggiunge Francesca Chinellato, delegata Filcams in Billa, «è ancora più grave soprattutto alla luce della disponibilità dimostrata dai lavoratori trevigiani, in particolare per quanto riguarda le aperture festive dei punti vendita. Per noi tale scelta rappresenta un’inaudita forma di ingratitudine e mancanza di rispetto per il nostro lavoro e per quella flessibilità che ci ha contraddistinto nell’accettare turni oltre le otto ore e altre situazioni già al di fuori delle regole contrattuali».
Serena Gasparoni
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