La palestra Mc Fit di Treviso riapre in una tensostruttura, l'ira degli altri: «Concorrenza sleale»

TREVISO. La tensostruttura, apribile ai lati, è in funzione da una decina di giorni, nel piazzale adiacente la palestra di via Vasari a Santa Maria del Sile. E quando il meteo lo ha consentito, è già entrato in funzione. Di giorno, fino all’ora di cena. Come le altre 19 aperte in tutta Italia, la prima a Milano.
Iniziativa di McFit, il colosso mondiale e leader del fitness in Europa, che fa parte di RSG Group GmbH. I tendoni, in Veneto, sono spuntati anche a Padova, Mestre, Vicenza, Bassano, Verona: allenamenti in sicurezza, norme anti -Covid, attrezzature distanti 2 metri, mascherine per gli spostamenti, gel a ogni cambio di utente per le attrezzature, sanificazione del parquet.
Ma gli altri titolari di palestre, diciamo così, non hanno esattamente gradito. Nel settore Mc Fit – due sedi a Treviso, l’altra è in via Bastia – ha utenza inarrivabile (4.500, 10 volte la media degli altri, con poche eccezioni), con una nomea che oscilla fra Amazon e Ryan Air, in virtù delle politiche low cost e delle dimensioni.
E on line, come nelle palestre rigorosamente chiuse, la rabbia sale alle stelle. «Premetto, nulla contro Mc Fit, che ha una potenza di fuoco fuori portata per tutti gli altri, ma mi chiedo perché non si possa garantire anche ad altri di aprire rispettando le norme», tuona Paolo Baggio, titolare della De Ferrari al Dlf, «I miei dieci finestroni non sono tanto diversi dalle pareti apribili del tendone di Mc Fit, perché non c’è parità di condizioni e regole per chi opera nella stesso settore? Così non c’è più concorrenza, che è un pilastro del libero mercato. E qualcuno mi dovrà spiegare perché si possa stare a 4 per tavolo al ristorante, e io, in centinaia e centinaia di metri quadri di palestra, non possa fare neanche un allenamento personalizzato “one to one”: assurdo, inspiegabile, inconcepibile. E ripeto: ingiusto».
Baggio è nel settore da 36 anni: «Quando ho aperto credo di essere stato il terzo, a Treviso», continua, «siamo in un contesto che certo vede noi piccoli già in sofferenza contro i colossi, che non hanno bisogno di ulteriori fattori di vantaggio».
Alessandro Esposito, titolare del Five Club di corso del Popolo, va giù duro: «È una mazzata, questa iniziativa aggira il Dpcm, e pone seri problemi di concorrenza, per non parlare del piano etico», dichiara, «Mc Fit può farlo, altri no. E evidente che in questo modo anche nel nostro settore pesce piccolo sarà fagocitato dal pesce grande, ma uno Stato equo non dovrebbe fare distinzioni, tutelando tutti, grandi e piccoli".
"I colossi hanno mezzi impensabili per noi, e possono offrire tariffe low cost, per non parlare delle ultimissime offerte, semplicemente “ marziane” per noi. Abbiamo sempre cercato di farcela, comunque, nel nostro piccolo, con i nostri 300 iscritti. Ma adesso si rischia di differenziare gli operatori, non incassiamo un euro da moltissimi mesi, e intanto gli affitti corrono». —
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