La Nardi Elettrodomestici va all’asta

SERNAGLIA. La Nardi Srl, fallita a luglio, finisce all’asta il prossimo 13 dicembre: con un milione e mezzo di euro sarà possibile acquistare sia lo storico marchio, produttore di elettrodomestici, sia i macchinari dello stabilimento di Sernaglia della Battaglia. Una speranza per i 102 dipendenti rimasti a casa dopo la chiusura della storica azienda, fondata 58 anni fa nel Milanese da Gianni Nardi. Di presunte cordate (turche, cinesi e italiane) interessate a rilevare l’azienda, però, in questi mesi ne sono passate almeno tre, e gli ex lavoratori - molti dei quali in credito di mensilità non pagate - non se la sentono di farsi nuove illusioni.
La data del 13 dicembre è comunque importante, perché per la prima volta viene stabilito il valore dell’azienda, marchio compreso: un milione e 512 mila euro, tutto compreso in un unico “pacchetto”: macchinari, linee produttive, prodotti e software andrebbero allo stesso offerente. Che poi arrivino delle offerte concrete è tutto da verificare. L’asta correrà sul web: il curatore fallimentare si è affidato al network It Auction, società specializzata nella gestione delle aste competitive online che sul sito industrialdiscount.it ha messo in vendita anche quello che rimane dell’avventura imprenditoriale della Nardi. C’è tempo fino alle ore 12 di martedì prossimo per scaricare la documentazione e presentare la propria offerta.
«La procedura concorsuale cerca ufficialmente nuovi imprenditori interessati a rilevare in blocco il ramo della storica azienda», spiegano gli organizzatori dell’asta, «la Nardi è alla ricerca di una seconda primavera, l’obiettivo è assicurare un futuro a un marchio storico cresciuto tra la Lombardia e il Quartier del Piave».
Nelle scorse settimane, dopo il fallimento, anche le forze sindacali avevano annunciato l’imminente arrivo di una cordata di imprenditori, alcuni dei quali ex fornitori, pronti a far ripartire la produzione di forni, frigoriferi e lavastoviglie a Sernaglia, riassumendo 40 dei 102 lavoratori licenziati. Tra le cause del mancato accordo venne indicata anche la mancata quotazione, da parte della curatela fallimentare, dei beni e delle attrezzature. Un problema risolto definitivamente con l’annuncio della vendita e la base d’asta già fissata. Martedì pomeriggio si saprà se ci sono speranze per i 102 ex dipendenti.
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