La minaccia di Marchi «Chiudo l’aeroporto»

Dopo lo stop all’ampliamento, Save attacca la commissione Via: «Incompetenti». Zaia: «La Regione si oppone». Mainardi: «Non gli rispondo»

«Un parere interlocutorio frutto del lavoro di incompetenti. Se si andrà avanti su questa strada non resterà altro da fare che chiudere l’aeroporto di Treviso e spostare tutto a Venezia». Lo stop al nuovo Canova, arrivato venerdì sera dalla commissione di valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, ha mandato su tutte le furie Enrico Marchi. Il presidente di Save, principale azionista di AerTre, usa la forza dei numeri per dare ancora più peso alla minaccia: «Se dovessimo restare a 16.000 voli non arriveremmo al pareggio di bilancio. E di fronte alle perdite non ci resterebbe altro da fare che chiudere. A Treviso verrebbe a mancare la ricchezza del traffico dei passeggeri e un investimento complessivo di 130 milioni di euro. Da parte nostra resta ancora la massima disponibilità al dialogo, ma a questo punto deve essere la politica cittadina a dire chiaramente cosa vuole». E in soccorso di Marchi è arrivato ieri mattina anche il governatore Luca Zaia. «Noi continuiamo a battagliare affinché si sblocchi tutta questa vicenda», ha detto il presidente del Veneto, «resta fermo che l’opposizione della Regione a questo parere c’è stata e c’è ancora».

Per Marchi la vicenda non si chiude certo così. La commissione di Via ha adottato venerdì sera un provvedimento “interlocutorio” negativo, prescrivendo una serie di interventi urgenti. In buona sostanza si tratta di una bocciatura del masterplan e un invito a presentare una nuova istanza che contenga gli interventi stabiliti dalla commissione di Via. Ma il manager coneglianese non ci sta e va all’attacco della commissione di valutazione d’impatto ambientale, «si tratta di un parere interlocutorio, il numero di passeggeri non è di sua competenza, ma del ministero e dell’Enac», e dei suoi componenti, «incompetenti che si improvvisano esperti, che impediscono lo sviluppo del Paese». Il presidente di Save individua anche quello che, a suo dire, è il vero ispiratore della bocciatura da parte della commissione di Via: Bortolo Mainardi. Con quest’ultimo, dal 2011 commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Marchi ha polemizzato più volte sul tema dell’altà velocità da far arrivare fino all’aeroporto Marco Polo. «Lui ha istruito la pratica», afferma il manager coneglianese, «è un esponente della vecchia politica che, da posizioni di sottogoverno, prende decisioni senza avere le competenze necessarie. Non può quindi stupire che l’Italia sia in recessione. È l’eccesso di burocrazia che frena lo sviluppo del Paese. Se si va avanti di questo passo a Treviso verrà a mancare non solo la ricchezza dei passeggeri che arrivano all’aeroporto, ma anche un investimento complessivo di 130 milioni di euro che avrebbe dato ossigeno a settori che, proprio in questo periodo di crisi, non hanno lavoro: l’edilizia, studi di ingegneria e di architettura. Sono atteggiamenti miopi come questo che bloccano lo sviluppo». Alle accuse di Marchi però Mainardi preferisce non replicare: «Per l’incarico ministeriale che ricopro e per deontologia professionale mantengo la riservatezza».

A questo punto però Marchi si rivolge direttamente alla nuova amministrazione di Ca’ Sugana, senza però risparmiare una frecciata a Paolo Camolei, attuale assessore all’Urbanistica e già presidente dell’AerTre, «stiamo scontando ancora i suoi errori di gestione, a partire dal terminal troppo costoso». «Da parte nostra resta comunque la massima disponibilità al dialogo», aggiunge il presidente di Save, «ma se un sistema non è interessato allo sviluppo occorre prenderne atto. Storie come queste ci fanno capire perché l'Italia resta indietro e perde posizioni rispetto ai Paesi industrializzati, perché siamo ancora in profonda recessione e perché diminuisce il reddito disponibile e mancano posti di lavoro. A questo punto devono essere la politica e le associazioni, anche quella degli imprenditori, a prendere una posizione chiara».

E sulla vicenda Canova ieri ha fatto sentire la sua voce anche il governatore Zaia. «Innanzitutto la regione si è opposta a questo preparere», ha spiegato il presidente della Veneto, «noi continuiamo a battagliare affinché si sblocchi tutta questa vicenda. Resta fermo che l’opposizione della Regione c’è' stata e c’è ancora. Noi riconosciamo questo sistema aeroportuale di Venezia e di Treviso come un sistema efficiente, che dà un servizio unico al territorio e che da oggi è anche un momento di promozione dell’economia in un’ottica nella quale crediamo sempre di più di poter realizzare questa holding degli aeroporti del nordest. Tante persone sono state bocciate e poi sono diventate dei luminari. Faremo così anche noi».

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