«La mia vita sotto due campanili tra messe, burocrazia e riunioni»
l’intervista
Vita da pastore di due greggi: don Andrea Guidone da pochi mesi ha fatto il suo ingresso a Treville e Sant’Andrea oltre Muson, all’interno della collaborazione pastorale di Castelfranco. Non è il caso di dire che ha “solo” due parrocchie. Certo, alcuni sacerdoti ne amministrano quattro, ma tra messe, riunioni e scuole dell’infanzia, è tutto fuorché una passeggiata.
La difficoltà maggiore?
«Rispondere alle richieste e alle esigenze di tutti. Non si riesce a essere sempre presenti dove si vorrebbe, o dove avrebbero bisogno della presenza del parroco».
La giornata tipo del parroco “a scavalco”?
«Mi sveglio piuttosto presto, poi dedico del tempo alla preghiera personale. Sono anche presidente di due scuole dell’infanzia, per cui al mattino sbrigo le pratiche relative a queste. Devo seguirne la parte amministrativa e burocratica, così come devo occuparmi dell’amministrazione delle parrocchie per quanto riguarda le questioni di banche, Comuni, municipi. Successivamente nel corso della giornata incontro le persone della comunità, celebro i funerali se capitano, e faccio le riunioni di programmazione o di formazione per gli operatori pastorali».
Dove dorme?
«Nella canonica di Sant’Andrea, ma cerco di essere presente un giorno lì e un giorno a Treville».
Per le messe come si è organizzato?
«Ho riprogrammato gli orari del sabato e della domenica per poter celebrare un numero congruo di funzioni. Al mattino della domenica, per esempio, ho sfasato gli orari: alle 8.30 a Sant’Andrea e alle 10.30 a Treville».
Il futuro dei parroci sarà la missione contemporanea in più parrocchie?
«Sì, ci dovremo abituare. Il futuro (ma anche il presente) sono le collaborazioni pastorali. Bisognerà responsabilizzare sempre di più i laici perché noi sacerdoti siamo sempre di meno. Le parrocchie non chiuderanno, ma si metteranno insieme per fare sinergie. Sì, un po’ come faranno i Comuni». —
A.D.P.
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