La libreria Canova passa di mano e non è più trevigiana

TREVISO. Era il 1852 quando il libraio e tipografo Pietro Zoppelli scese da Ceneda per aprire una bottega a Treviso, in un’ex bottega di caffè nella Croce di Via (oggi via Indipendenza). Successivamente, nel 1854, si trasferì in Calmaggiore in quella che fino a pochi anni fa è stata la sede della libreria Canova che, dopo 168 anni, non sarà più in mani trevigiane. È di poche settimane fa l’accordo che ha portato la storica libreria, oggi in piazzetta Lombardi, nelle mani della società di San Donà “Le librerie”, a gestione familiare, che nel 2008 acquistò anche la Libreria Moderna Udinese, storico punto di riferimento del capoluogo friulano.
Un pezzo di storia della città passa dunque di mano ma rimarrà lo storico nome. La targa interna alla libreria, quando si trovava in Calmaggiore, riportava l’anno di apertura: 1854 diventando una vera e propria istituzione. Nel 1950, la morte improvvisa di Luigi Zoppelli consegnò al figlio Fausto appena diciottenne un’azienda florida, sia come casa editrice sia come tipografia, che seppe condurre parallelamente agli studi universitari. Erano, quelli, gli anni in cui Giuseppe Mazzotti considerava Treviso una “piccola Atene” e in quel clima culturale il ruolo della Canova fu decisivo, mentre quello la libreria Zoppelli-Canova accoglieva Giovanni Comisso e Carlo Scarpa, Cino Boccazzi e Giuseppe Mazzotti ma anche amici “foresti” come Montale, De Sica, Montanelli.
Ma da Calmaggiore dovette trasferirsi in piazzetta Lombardi nel 2012 perché i nuovi proprietari dei muri, poco interessati al valore culturale della libreria, avevano annunciato per il 2014 se non lo sfratto, di certo un pesante rincaro dell’affitto. Troppo. Tanto per cambiare, al posto della libreria ha aperto una profumeria. E cosi la Canova ha dovuto cercarsi un’alternativa e traslocare in piazzetta Lombardi. —
G.B.
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