La Grande guerra a Vittorio Veneto: Mappe, sculture, foto e i reperti della “Pax Romana”

VITTORIO VENETO. Delle mostre allestite per il centenario della Grande Guerra, Vittorio Veneto ne espone tre, curate dal Comitato Organizzatore del Raduno del Triveneto in partnership con l’Associazione Culturale Giovane Italia, Sergio Pacori, Alessandro Valenti ed il Centro Studi del Piave.
I prestigiosi saloni di Palazzo Todesco ospitano “Antiche mappe” in una panoramica di cartografie provenienti da tutta Europa, storiche e goliardiche. Un ironico sguardo d’epoca su Nazioni, Popoli e reggenti europei, un salto nel passato che riporta a intuire convinzioni politiche e militari del passato.
“Sculture di Guerra” scaturisce dalla lavorazione artistica di schegge di bombe, proiettili, filo spinato e altri reperti del primo conflitto mondiale. Tutte materie prime che lo scultore goriziano Sergio Pacori usa per costruire le sue opere. Nella fantasia dell'artista i frammenti diventano santi, esuli, ma anche cavalli o draghi e numerose altre composizioni originali.
La terza mostra è dedicata all’eroe vittoriese Alessandro Tandura una medaglia d’oro al Valor Militare e due d'argento, curata dal Centro Studi ANA del Piave: propone documenti e oggettistica appartenenti ad Alessandro Tandura, primo paracadutista al mondo in azione di guerra oltre le linee nemiche. Le tre mostre rimarranno aperte fino al primo luglio tutti i sabati e le domeniche dalle ore 10 alle 19, e nei tre giorni del Raduno Triveneto degli Alpini. La mostra all'aperto propone nei luoghi strategici della città 23 pannelli di grande formato, su progetto di Silvia Bevilacqua e Maria Cavasin di Sintesi & Cultura, con l'obiettivo di far capire cos'è un'invasione. Un tassello di storia paVrticolare e al tempo stesso universale che regala suggestioni rare ad un turismo.
In Pinacoteca, fino all’8 luglio, è aperta “Pax Romana” con le opere del Mann, il Museo archeologico nazionale di Napoli. Le opere appositamente selezionate per la Città di Vittorio Veneto per questa significativa occasione - ha spiegato l'archeologa Marialucia Giacco curatrice, della mostra - costituiscono un chiaro esempio della profonda e complessa operazione culturale condotta nel Principato di Augusto, tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C., denotando i valori portanti della ideologia augustea: pace restaurata, concordia, pietas_ religiosa, benessere e prosperità.
Sono opere di grande valore e pregio, come nel caso della bellissima statua della Dea Concordia proveniente dagli scavi di Pompei». «Il sentimento di “pace” nell'antichità diventa un'esigenza profondamente sentita da parte del popolo romano dopo anni di sanguinose e violente battaglie, l'aspirazione più viva di un’intera popolazione, rappresentando la chiave di un rinnovamento politico, culturale e religioso che coinvolge capillarmente tutta la società dell’epoca e che porta alla nascita di un nuovo linguaggio figurativo, alla creazione di immagini e simboli nuovi e inediti, ben rappresentati nei preziosi reperti».
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