La cooperativa Giotto sbarca a Santa Bona Farà lavorare i detenuti

La cooperativa sociale Giotto, società patavina che coinvolge persone disabili o detenute in lavorazioni di alta qualità in vari settori, è pronta a sbarcare a Treviso, coinvolgendo i detenuti del carcere di Santa Bona.

L’annuncio è arrivato ieri da Nicola Boscoletto, referente della Giotto: «Abbiamo l’idea di aprire delle opportunità lavorative anche all’interno del carcere di Treviso. Sarebbe la prima volta e contiamo di iniziare questo percorso grazie alla collaborazione della Camera di Commercio. Ci sono detenuti del carcere di Padova che poi sono transitati a Treviso, esiste già una stretta relazione tra queste due realtà». Non a caso ieri la Camera di Commercio di Treviso ha invitato nella sede di Piazza Borsa la cooperativa padovana, come esempio della ripartenza delle imprese nella fase due, e il segretario Romano Tiozzo ha confermato l’avvio di un percorso che porterà alla collaborazione con Santa Bona. La Giotto si è parzialmente riconvertita durante l’emergenza Covid, producendo 100 mila mascherine certificate in cotone, riutilizzabili, parte delle quali ceduta anche all’ente camerale trevigiano.

La società padovana dà lavoro a circa 350 persone, con diversi servizi sia all’interno che all’esterno del carcere. La conversione alla “economia Covid” ha permesso di salvare dodici posti di lavoro. A Santa Bona la Giotto non si limiterebbe a produrre mascherine, ma porterebbe anche attività professionali di altro genere, in molti casi al servizio di grandi gruppi industriali. —

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