La Coal fallita finisce all’asta si compra a meno di un milione

Motta di Livenza
La Coal finisce all’asta, dopo il fallimento del 2019 la sede della cooperativa mottense potrebbe trovare una nuova destinazione. Si terrà il 3 marzo la prima asta giudiziaria dell’immobile della Cooperativa agricola Livenza presente in via Medune nella frazione di San Giovanni di Motta di Livenza, l’offerta a base d’asta è di 950 mila euro.
Il compendio
L’area in vendita è composta da: una palazzina a uso direzionale sviluppata su tre livelli fuori terra e un interrato, per una superficie commerciale complessiva di circa mq. 514; il capannone principale composto dal magazzino di stoccaggio granaglie, circa tremila e 550 mq e l’impianto di essicazione con relative torri, nastro trasportatore, pesa e silos; la zona di esposizione e vendita, l’impianto fotovoltaico e l’area esterna di circa 25 mila mq di cui 14 mila asfaltati.
La storia
La Cooperativa Agricola Livenza di San Giovanni di Motta di Livenza è fallita il 23 maggio del 2019. Fondata negli anni ’70 è stata un punto di riferimento per gli agricoltori della zona, specie con gli essiccatoi per la lavorazione dei cereali. La società cooperativa era stata posta in liquidazione nel 2019, con l’intenzione di salvarla dal fallimento, un tentativo che si è dimostrato inutile. La realtà commerciale era formata da 150 soci. Nel 2014 aveva conseguito un riconoscimento a livello europeo per l’impegno della cooperativa nel recupero dei sottoprodotti agricoli finalizzata alla produzione di bioenergia e aveva aperto una filiale a Fiaschetti di Caneva. A maggio del 2018 era venuto a mancare Ezio Martin che per 42 anni era stato il direttore della cooperativa agricola. Molteplici le cause che hanno decretato il fallimento della Coal: l’allevamento di bovini, suini e pollame nel territorio è quasi scomparso, le stalle nell’Opitergino mottense sono poche e dunque vi è un mercato di vendita di mangimi per animali limitata. Negli anni vi è stato un cambio di utilizzo dei cereali, che vengono utilizzati per la produzione di bio energia che non richiede la lavorazione attraverso l’essicazione del prodotto. Nel tempo, soprattutto nell’ultimo decennio, l’agricoltura nel comprensorio dell’Opietrgino-mottense è mutata: gli appezzamenti non vengono più utilizzati per la produzione di cereali ed è il vitigno a far da padrone. Una vocazione quella del comprensorio legata alla vite e al vino che ha stroncato la coltura del mais, del grano e della soia.
Il futuro
Il fabbricato, rimasto attivo fino a pochi anni fa, risulta essere in un ottimo stato manutentivo. Difficile immaginare il possibile destino della struttura una volta acquistata, è probabile che questa dovrebbe essere riconvertita a un’altra attività. Prima di tutto, bisogna trovare un compratore. —
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