La chiesetta di San Vigilio nuova sede per i mille del Cai

MONTEBELLUNA. La sezione del Cai di Montebelluna nella più antica chiesa di Montebelluna. Si tratta della chiesetta di San Vigilio, citata già in un atto del 1124, che faceva originariamente parte delle pertinenze della residenza estiva del Vescovo di Treviso. L'antica cappella del XII secolo è stata fatta restaurare dalla precedente amministrazione e l'attuale ha deciso di destinarla a sede del Cai, forte di un migliaio di soci, associazione rimasta senza sede dopo che una parte di villa Pisani è stata dichiarata inagibile. Lì il Cai porterà la sua biblioteca, lì terrà le sue riunioni, lì farà le iscrizioni e organizzerà le escursione, tenendo aperto lo spazio al pubblico per alcune ore alla settimana. «La sede sarà accesssibile ad altre associazioni e lì si potranno tenere piccoli convegni o concerti per poche persone visto che i posti ammessi sono solo 30», dice il sindaco Marzio Favero. Non era questa la destinazione che avrebbe voluto darvi la precedente amministrazione Puppato che aveva provveduto al restauro. «Quella chiesetta», spiega l’ex sindaco e attuale capogruppo regionale del Pd, «era stata restaurata per destinarla a book shop del museo civico, data la sua vicinanza, o a ufficio Iat, non a sede di una associazione». E invece lì ci andrà il Cai di Montebelluna. «Merito alla precedente amministrazione di aver restaurato la più antica chiesa di Montebelluna», obietta però il sindaco Marzio Favero, «ma non ha senso mettere il book shop del museo a qualche3 centinaio di metri di distanza dal museo stesso, perché non andrebbe nessuno. Non ha senso neppure metterci lo Iat, perché l'ufficio ha già pochi visitatori pur essendo in centro città, messo lì non andrebbe nessuno. Invece con la presenza di una associazione come il Cai e della sua biblioteca, la chiesetta diventerà un punto di riferimento turistico legato al Montello, alla Pedemontana, alle Dolomiti. Sarà insomma un ufficio turistico tematico, legato alla montagna».
Enzo Favero
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