La Cei cambia il Padre Nostro «A Ponte si prega così già dal 2005»

la curiosità
ponte di piave
La parrocchia di Ponte di Piave ha anticipato di ben 13 anni la Conferenza dei vescovi italiani (Cei). Infatti, fin dal 2005, i parroci della chiesa di San Tommaso di Canterbury nella preghiera del Padre Nostro hanno sostituito la frase «e non indurci in tentazione» con quella «e non abbandonarci alla tentazione». L’importante innovazione, in linea con gli insegnamenti del Concilio, è stata assunta da don Samuele Facci quando, nel 2005, arrivò alla guida della parrocchia di Ponte di Piave. Nel 2012 il giovane sacerdote fu trasferito nella cittadina di Mogliano e, al suo posto, il vescovo di Treviso nominò don Paolo Bano, attuale parroco, il quale, senza indugio, decise di seguire le orme del predecessore.
La tradizione
Da allora tutti i fedeli di Ponte di Piave continuano, ogni domenica e ad ogni messa, a recitare il Padre Nostro nella nuova versione. Ma c’è di più, quando don Paolo viene sostituito da altri sacerdoti, anche questi si adeguano alla moderna versione. «Nel 2012, quando sono arrivato a Ponte di Piave», ricorda don Bano, « ho ritenuto che la formula adottata dal mio predecessore fosse buona, in linea con gli insegnamenti del Concilio, quindi mi sono adeguato e ho continuato sulla linea di don Samuele adoperando nel Padre Nostro il verbo abbandonare». Una tradizione che è diventata oggi la regola in tutta Italia. «Grazie all’innovativa decisione della Cei, il nuovo testo assume quella autorevolezza che merita», spiega il parroco. Il cambiamento è importante: la vecchia traduzione del Padre Nostro dal greco al latino poteva alimentare l’immagine equivoca di un Padre che cerca di far cadere in tentazione i suoi figli. «Rischiava di passare in secondo piano l’azione salvifica del Dio misericordioso ed amorevole», prosegue don Bano. Adesso cosa succederà nelle altre parrocchie della provincia? «Nella diocesi di Treviso la versione moderna della preghiera era stata adottata solo dal sottoscritto e da don Samuele, che è parroco a Mogliano», aggiunge il sacerdote, «già nelle celebrazioni di questa domenica credo che in molte chiese si sostituirà il vecchio testo con il nuovo». La recentissima decisione della Cei, è stata preceduta da decenni di studi e dibattiti.
LA MODIFICA
Non era facile modificare un testo che aveva alcuni secoli di vita. Papa Francesco aveva caldeggiato l’innovazione e invitato i vescovi italiani a imitare quelli francesi. Ma alla parrocchia di Ponte di Piave spetterebbe il primato temporale. «Abbiamo precorso i tempi», conclude don Paolo Bano, «abbiamo cancellato da questa magnifica preghiera la frase: indurre in tentazione, che è più tipica di Satana che di Dio». —
Alvise Tommaseo
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