La casa popolare in piazza dei Signori

TREVISO. C’è chi farebbe salti mortali per avere casa all’ombra della Torre civica di piazza dei Signori. Chi li ha fatti, chi ha speso milioni pur di farli. Ma nel ristrettissimo gruppo di residenti altolocati che ha la fortuna di aprire le finestre sul salotto buono della città c’è anche una signora, ormai anziana, che in piazza vive da anni con un affitto da 35 euro al mese. Avete letto bene: trentacinque.
Non è un errore ma il risultato dell’evoluzione di una città che negli ultimi cinquant’anni è cambiata radicalmente, soprattutto nel suo centro storico, dove una volta le case “della gente” erano muro a muro con le residenze delle famiglie più agiate. Una Treviso in cui non faceva distinzione tanto l’indirizzo, ma l’immobile, e le case popolari erano nel cuore della città, prima che fuori mura.
Quello di cui stiamo parlando è uno degli ultimissimi alloggi sociali risalenti a quel tempo. La casa si trova in via Barberia, poco distante dal canton dei quattro esse, secondo piano di una palazzina proprietà dell’Israa di Treviso (istituto che gestisce le residenze per anziani della città) e che fino ad alcuni anni fa ospitava altri due appartamenti affidati al Comune per finalità sociali, le cosiddette case popolari. La casa è abitata, come detto, da un’anziana signora, oggi ultima inquilina comunale del palazzo che l’istituto intende vendere per recuperare fondi utili ad altri investimenti immobiliari destinati alla terza età.
Una palazzina a cento passi scarsi da Piazza dei Signori è un affare che non conosce crisi del mattone, e che vale ben più dei 430 euro di locazione che l’istituto percepisce oggi dal Comune come canone per l’appartamento abitato dall’anziana. Di qui la richiesta di liberare lo stabile, una istanza che fino ad oggi si è sempre scontrata con il fermo convincimento della donna: «Da qui non me ne vado». E come darle torto?
Tra stanze e sgabuzzini ha sei vani a disposizione, finestre luminose su uno dei vicoli più caratteristici della città, a tranquillità di una casa tra le botteghe senza inquilini scomodi o chiassosi. Certo l’immobile è vetusto, mai ristrutturato, ma lei non sembra darsene conto, anzi. Davanti alle lettere di sfratto inviate da Israa ha sempre opposto resistenza, anche quando l’ente ha messo in campo perizie che negherebbero l’agibilità dell’intero immobile proprio a causa delle precarie condizioni.
L’Israa le ha provate tutte, andando a battere i pugni prima di tutto in Comune, settore affari sociali, agli uffici che si occupano di gestire il patrimonio delle case popolari e i loro inquilini. Anche per Ca’ Sugana il caso di via Barberia si è dimostrato una bella gatta da pelare. Sciolto il contratto con Israa, si è ritrovata ad occupare l’immobile con un inquilino “abusivo” che lei stessa aveva alloggiato nello stabile. Come risolvere la questione? Pare che l’offerta di un trasloco in alloggi alternativi anche all’interno del centro storico (perché ce ne sono altri, anche se non in piazza dei Signori...) sia andata a vuoto. Che fare? Il Comune si è ritrovato all’angolo, lo stesso in cui rischia di ritrovarsi l’anziana inquilina popolare tra i “vip”: sfratto esecutivo. Israa ha già avviato le procedure. Se non ci saranno intoppi, ricorsi o e se l’anziana non deciderà di traslocare spontaneamente, a breve potrebbe trovarsi davanti alla porta di casa non un messo comunale ma i vigili urbani e l’ufficiale giudiziario.
«L’immobile va liberato» spiegano da Israa, «è da anni che stiamo portando avanti questa trattativa, non stiamo facendo nulla di scorretto». La palazzina serve vuota per essere messa all’asta. I soldi della vendita servono per altro: restauri, nuovi alloggi, l’incasso era stato messo a bilancio anche per finanziare gli appartamenti per anziani in via Manzoni. Ma come rinunciare a un affitto da 35 euro al mese in piazza? Ora c’è perfino l’albero di Natale...
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