La casa dove i padri separati possono incontrare i loro figli

Aperta da due anni in Galleria d’Alviano grazie al centro servizio volontariato La testimonianza di Aldo: «Ero solo e disperato, ho ritrovato attimi di serenità»
Laura Simeoni

Se Aldo una sera non avesse trovato navigando in internet la Casa dei Papà chissà come sarebbe finita. «Ero solo, ferito, disperato, non sapevo più come fare per vedere mia figlia e uscire dal tunnel di una separazione devastante». Trevigiano, 40 anni, una bimba contesa tra i genitori, la causa in Tribunale lunga e difficile con perizie tecniche, colloqui, udienze che si protraggono nel tempo e la piccola sballottata e confusa. «La casa era assegnata alla mamma e io non sapevo dove incontrare la mia bimba che ha 4 anni ritagliando per noi dei momenti sereni». Ecco che il cammino di Aldo incontra i volontari della casa aperta due anni fa a Treviso in Galleria d’Alviano da un gruppo di associazioni con capofila Volontarinsieme, il Centro di servizio per il volontariato. «Ci sono entrato lo scorso ottobre e mi ha cambiato la vita», racconta Aldo che finalmente è tornato a sorridere. L’appartamento offre ospitalità temporanea ai padri separati o divorziati in un ambiante adatto ad ospitare anche i figli. «La mia bambina è felicissima della cameretta in cui ritrova le sue cose, i pigiami, i giocattoli». Il progetto prevede uno stretto rapporto tra gli ospiti grazie anche alla cucina in comune dove si condividono i pasti ma anche le esperienze, i dubbi, le paure sentendosi meno soli. Una sorta di mutuo aiuto che produce effetti sorprendenti: i papà stringono amicizie cementate nel tempo da forti esperienze in comune, i figli si sentono meno “diversi”. Tutto ciò supportato dai volontari che garantiscono continuità al progetto e fanno parte delle associazioni “Dire e fare, “Figli e genitori separati”, San Cassiano, San Vincenzo, Sant’Egidio. Da una delle volontarie di quest’ultimo gruppo è giunta la segnalazione a Luciano, papà con tre figli, che da quasi un anno vive nella casa in cui ha ricominciato a guardare al futuro con speranza. «Lavoro nei supermercati e con gli assegni di mantenimento non avrei potuto permettermi l’affitto di una casa». La sua è una separazione consensuale ma i problemi economici restano gravosi. «Ho visto padri che usciti di casa si trovano senza un tetto sulla testa, dormono in macchina e incontrano i figli nei centri commerciali», racconta Paolo Calzavara dell'associazione “Figli e genitori separati”. La Casa dei Papà offre uno spiraglio a chi non ha alternative abitative e consente di riprendersi da un periodo buio della propria vita, creando legami nuovi. La figlia di Aldo, ad esempio, è considerata una sorellina acquisita dai figli di Luciano e quando sono tutti insieme sembrano un'unica grande e bella famiglia. Il progetto prevede altri supporti: psicologico, di accompagnamento alla gestione delle finanze, di aiuto nel trovare lavoro e una nuova casa. — Laura Simeoni

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