Istrana, villa Lattes salvata dal restauro

ISTRANA. Villa Lattes, ci siamo. Si sono conclusi i lavori di restauro del corpo centrale e della barchessa ovest della dimora settecentesca: due milioni di euro che hanno permesso di salvare la villa. «Durante il cantiere si è scoperto che i solai intermedi, specie quelli vicino ai terrazzi, erano ammalorati e quindi a rischio crollo», spiega il sindaco Enzo Fiorin, strenuo sostenitore dell’intervento di cui si parla da anni. Il restauro ha interessato la villa sia internamente che esternamente, ma anche il tetto della chiesetta e delle casette a ridosso del corpo principale, un tempo abitate dai fittavoli. Sono state messe in sicurezza le coperture, in attesa di un successivo eventuale restauro, prima che un crollo cancelli parte della storia. La villa è stata passata ai raggi X, gli interventi hanno coinvolto ogni sua parte, dalle fondazioni che sono state rinforzate ai pavimenti e fino a i solai. Le pareti interne e le travi dei soffitti sono state riportate alla loro colorazione originale grazie alle ricerche cromatiche che sono state effettuate nel corso dei restauri. Riportato allo splendore il contenitore, ora si lavora sul contenuto. Villa Lattes diventerà una casa-museo dove esporre la collezione di Bruno Lattes, suo ultimo proprietario: carillon, orologi, automi, dipinti e mobilio che l'avvocato raccolse in tutto il mondo. Tutto materiale di proprietà del Comune di Treviso che ora lavorerà d’intesa con il Comune di Istrana per l’allestimento delle sale. L’obiettivo è di aprire la casa-museo ai visitatori nei primi mesi del 2017. Tutta l’operazione costa poco meno di due milioni, di cui 1,465 milioni finanziati dalla Regione attraverso l’Intesa programmatica d’area di Montebelluna e il resto con fondi del Comune di Istrana. Villa Lattes, opera prima di Giorgio Massari, proto architetto di Venezia, è considerata una delle ville più significative e rilevanti per pregio architettonico del Veneto. Lascito dell'avvocato Bruno Lattes, dal 1953 è stata utilizzata come lussuosa foresteria, dépendance del Comune di Treviso che ha ospitato, fra altri, i presidenti Segni e Saragat. (ru.b.)
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