«Io, Ironwoman, ho sconfitto il cancro e adesso mi batto per la prevenzione»

Alessandra Fior, 41 anni, mamma e triatleta coneglianese è testimonial di Airc e prepara un progetto per il Veneto 
Alessandra Fior, igienista dentale ha vinto vari titoli come triatleta
Alessandra Fior, igienista dentale ha vinto vari titoli come triatleta

La storia. Mamma e triatleta, ha eliminato il tumore al seno, ricominciando a correre e diventando testimonial di Airc. Alessandra Fior, quarantunenne di Conegliano, è stata scelta tra i simboli dall’Associazione italiana ricerca sul cancro. Giovedì era la Giornata mondiale contro il cancro e fino al 14 febbraio nei supermercati di tutta Italia ci saranno le “Arance della salute” a sostegno della ricerca. Oltre a sostenere questa campagna dell’Airc, Alessandra sta ideando un progetto sportivo e sociale dedicato alle donne, che partirà da Conegliano, per diffondere la prevenzione.

Lei atleta nelle competizioni “Ironman”, corsa, bici e nuoto, è diventata una “Ironwoman” della lotta ai tumori. Di professione igienista dentale, nel 2016 è diventa campionessa regionale di categoria sprint e si è specializzata nel triathlon, prima con la Silca di Vittorio e poi nelle grandi distanze degli “Ironman” con coach Fabio Vedana.

Diverse gare e traguardi, poi cosa è accaduto?

«Credevo di essere quasi invincibile, purtroppo ho trascurato degli aspetti fondamentale come la prevenzione, lo screening, dicevo “farò, farò...”. Alla fine del 2019 ho notato il profilo del seno che presentava delle irregolarità. Non dimenticherò mai quando lo specialista ha pronunciato la parola “tumore”. Ho pianto, poi ho pensato subito a mio figlio e di reagire per lui».

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Mamma di un bambino di 11 anni, l’intervento immediato per togliere il carcinoma al Cro di Aviano, come si è avvicinata all’Airc?

«Sono stata operata l’11 marzo, da immunodepressa durante il lockdown non potevo vedere mio figlio, non potevo lavorare, le giornate erano difficili. C’erano due strade: o deprimersi o seguire le esperienze di altre donne. Ho iniziato così a seguire le dirette Facebook della Fondazione Airc, che mi sono state di enorme aiuto, e altre donne, come Martina Rodini».

Anche l’attività sportiva ha aiutato nella rinascita?

«L’asso nella manica è stato lo sport: quando faccio sport mi dimentico della malattia. Dopo la prima chemioterapia aveva fatto la salita di Ca’ del Poggio, in quell’occasione ho fatto una diretta social e taggato la Regione. Così sono stata contattata dal governatore Luca Zaia, che poi ho avuto la fortuna di incontrare. A ottobre è stata una gioia pazzesca poter tornare a gareggiare, il mezzo Ironman a Borgo Egnazia. Avevo chiesto all’oncologa se poteva essere fattibile, mi ha dato l’ok. Ho avuto anche la sorpresa di incontrare Linus di Radio Dj e la moglie Carlotta: hanno fatto il tifo per me».

Qual è il prossimo obiettivo?

«Sto pensando a un progetto sportivo e sociale dedicato alle donne con il supporto dell’Airc. Una sfida personale e un evento in cui coinvolgere tante persone, un progetto che parta da Conegliano per tutto il Veneto, coinvolgendo anche la Regione».

Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

«Questa esperienza mi sta insegnando a non dare nulla per scontato, ad apprezzare il qui ed ora, gli aspetti più importanti della vita, oltre che imparare a volersi bene, attraverso la prevenzione. Il nostro corpo è una macchina incredibile e da noi merita il meglio, ovvero la prevenzione». —



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