Investimenti da 57 milioni: Treviso scommette sul nuovo quartiere di San Liberale

TREVISO. Ridisegnare il quartiere di San Liberale rendendolo più accogliente, più funzionale, più inclusivo, moderno e anche – e non è poco – più bello. Un progetto di profonda riqualificazione, sullo stile di quanto hanno fatto da città come Milano e metropoli internazionali che hanno reso interessanti e attraenti contesti prima degradati.
Il programma porta la firma del Comune e vale qualcosa come 57 milioni di euro in nove anni, cifra mai investita prima in un progetto di natura pubblica. Ma l’amministrazione in tutto questo non è sola, al suo fianco ci sono una serie di partner come Regione, Ater, Israa, associazioni, Europa e, si spera, lo Stato da cui si attende un altro grande contributo.
Il programma

Affonda le sue radici nel 2018 quando il Comune decise di partecipare al “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” che chiedeva alle amministrazioni con più di 60 mila abitanti di mettere sul tavolo un programma di investimento volto al miglioramento di alcuni loro contesti urbani. Ca’ Sugana scelse fin da subito San Liberale, quartiere modello di architettura sociale negli anni in cui fu realizzato (dal 1956) che già a fine ’900 iniziò a dimostrare criticità, complice il radicale mutamento sociale e economico della città. Da lì l’avvio di un “cantiere” per la progettazione della riqualificazione.
Dopo due anni, confronti e avvisi pubblici, l’amministrazione ha messo sul piatto il piano con tanto di costi e tempi: 57.117.024 euro di investimenti tra oggi e il 2029. Un monte di denaro, per tanti rivoli e un unico scopo: un nuovo San Liberale.
L’area Erp
La fase 1 del piano vede la collaborazione con Ater, l’agenzia per l’edilizia residenziale con cui il Comune condivide la gestione di moltissimi alloggi ex demaniali nel quartiere.
Il progetto prevede la totale demolizione di 11 palazzine che sorgono tra via Feltrina e via Castagnole per un totale di 88 alloggi, e la realizzazione di otto nuove palazzine green più una posta in un’area più a sud lungo la Feltrina, per un totale di 162 appartamenti da far abitare «tramite operazioni di social housing e vendita calmierata a privati, per garantire mixitè sociale» spiega il Comune. Non solo alloggi popolari, ma alloggi per tutti. Ater per il piano ha già in tasta circa 6 milioni di euro tra fondi Cipe incassati già anni fa e messi a bilancio, e propri.
Il sociale

La seconda fase del piano riguarda vari interventi nel terzo settore. Il primo prevede il riuso di 17 alloggi pubblici oggi sfitti collocati all’interno del quartiere di San Liberale che verranno assegnati alla Coop La Esse e da questa gestiti e supportati per aiutare anche le famiglie a basso reddito ad avere una casa.
Il secondo la realizzazione di una nuova ala nella casa anziani Israa a Santa Bona con la realizzazione, inizialmente, di una nuova cucina utile a rimodernare l’esistente che lavora anche per i pasti a domicilio, e poi di «un ambiente, accessibile per socializzare che consumare o acquistare pasti da asporto».
A gestire l’operazione (1,4 milioni) Israa con fondi esterni. Il terzo intervento, cui partecipano il Comune e l’associazione sportiva Indomita 21, prevede l’ammodernamento del centro anziani di San Liberale e delle strutture sportive del campo di gioco di San Liberale. Il quarto prevede la realizzazione comunale di una sala polivalente al posto della ex Polveriera lungo viale Europa, vicino al Mazzotti; intervento da 2,6 milioni di euro per creare un polo di aggregazione, una biblioteca e non solo.
Rinascita estetica e strutturale

Altro capitolo del progetto per quasi 13 milioni riguarda l’ammodernamento di alcuni dei principali palazzi del fronte del quartiere verso lo stadio di Monigo e la Feltrina (verranno dotati di isolanti termici ma anche nuovi colori a rinfrescare l’immagine tutta del quartiere); la riqualificazione completa di via Mantiero – principale via che taglia San Liberale – creando una sorta di boulevard, o una «rambla verde» come la chiama il Comune: più spazio ai pedoni, al verde, al pubblico in genere a discapito della strada.
Poi la valorizzazione della varie aree verdi sparse nel quartiere ma soprattutto il rinnovo (con Ats) di tutta la rete di acquedotto e fognatura che corre tra via Mantiero, via Sicilia, via Campania, via Tre Venezie, via Calabria, via Puglia, Toscana, Lazio, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Umbria, Cisole e Europa.
Mobilità e sport
Ultimo capitolo, ma non certo secondario, quello che prevede di collegare impianti sportivi, centri di quartiere e città in una rete di ciclabili e percorsi protetti che si possa percorrere in 15 minuti dal centro all’esterno e viceversa. Per ricollegare un quartiere oggi per sua stessa conformazione «marginale». Gli interventi, prevedono anche la collaborazione di Mom che lavorerà alla risistemazione di tutto l’ultimo tratto di viale Europa. —
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