«Invalido e povero rischio lo sfratto» Il Comune: aiuto sì ma cambi registro

CORNUDA. «Sto terminando i soldi, a breve non avrò denaro sufficiente per pagare l’affitto, chiedo al Comune un aiuto ma non mi danno risposte»: a dirlo è un invalido civile residente a Cornuda, dove si è trasferito alcuni anni fa da Crocetta. Si chiama Gary Bof, ha 64 anni, in passato ha fatto il cantante e ora vive con una pensione di invalidità di 280 euro e una accompagnatoria di 500 euro. Ma dall’amministrazione comunale la risposta è netta: «Non può pretendere soldi dal Comune – dice il sindaco Claudio Sartor – e per avere un sostegno deve cominciare a rispettare le regole».
Vive da solo Gary Bof, la moglie se ne è andata da tempo, ha una figlia che abita altrove, fino a cinque anni fa abitava a Crocetta, poi si è trasferito a Cornuda, in vicolo Piave. «Ho venduto la casa a Crocetta – spiega – e mi sono trasferito a Cornuda in affitto in un appartamento dove pago 450 euro al mese. Ho da cinque anni problemi di salute, mi curavano per l’artrosi ma poi è risultato che avevo un osteofita che mi perforava una vertebra e ora ho problemi di deambulazione. Avevo un gruzzoletto da parte, ma un po’ alla volta si è volatilizzato per le spese che ho dovuto sostenere e tra breve non sarò più in grado di pagare l’affitto e mi ritroverò su una strada. Sono inabile al lavoro al 100%, prendo una piccola pensione di invalidità e l’accompagnatoria ma con tutte le spese che devo sostenere non bastano, anche se mi dessero una casa popolare non sarei in grado di pagare il trasloco e acquistare l’arredamento. Al Comune mi sono rivolto un anno e mezzo fa, ho parlato col sindaco, mi ha detto che avrebbe studiato il mio caso ma poi non si è fatto più sentire. Chiedo di aiutarmi».
Il suo caso è noto ai servizi sociali, qualche aiuto gli è arrivato, come i pranzi. «Ma li pago i pranzi – obietta lui – come pago i volontari che vengono ad aiutarmi quando devo uscire di casa e recarmi in ospedale. Preferisco allora farmi una pastasciutta anziché servirmi del pranzo che emi manda il Comune: costa meno ed è più genuina». «Conosco benissimo il caso – spiega il sindaco – quella persona deve imparare a attenersi alle regole, invece quando andavano a portargli il pranzo spesso suonavano a vuoto perché lui dormiva fino a tardi. Lui pretende e basta, vorrebbe che fosse il Comune a provvedere a tutto». —
E.F.
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