Intossicata in casa per colpa della stufa a pellet del vicino

Valdobbiadene, 80enne respira il monossido di carbonio Il Comune ordina la revisione dell’intero condotto fumario
Di Andrea De Polo

VALDOBBIADENE. Intossicata dal monossido di carbonio, per colpa dei vicini. E il Comune tira le orecchie al proprietario dell’appartamento: quella stufa a pellet va sistemata subito, ne va dell’incolumità dei residenti del condominio. Poteva avere conseguenze ben peggiori, l’intossicazione che domenica pomeriggio ha costretto al ricovero in ospedale un’ottantenne di Valdobbiadene, residente in via Colderove. L’anziana è stata dimessa in serata, ma poi è partita la caccia ai responsabili. Perché, come raccontato dalla stessa signora, quel fumo inalato mentre si trovava nel bagno di casa non proveniva dal suo appartamento. Il giorno dopo la tragedia sfiorata, lunedì, i vigili del fuoco hanno segnalato al Comune il caso. In via Colderove sono arrivati subito alcuni tecnici dell’ente, e una professionista dell’Ufficio Igiene Usl 8 di Montebelluna, dove era stata ricoverata l’anziana. E proprio durante il sopralluogo è venuta alla luce una situazione di estrema pericolosità, per l’appartamento della signora. Tutta colpa di una stufa a pellet utilizzata dai suoi vicini al primo piano, una famiglia di origine slava in affitto. La stufa, infatti, è installata nel corridoio dell’appartamento al primo piano, con un tubo a vista che la collega alla muratura, e al condotto fumario. Peccato che il tubo, nel suo percorso, lambisca anche la caldaia a gas metano del bagno della signora, dalla quale è comparso il monossido di carbonio. I tecnici del Comune hanno immediatamente bollato come «non funzionale» la canna fumaria, la relativa torretta, e l’intero sistema di scarico. L’inquilina del secondo piano avrebbe potuto subire conseguenze ancora peggiori se, per esempio, il suo appartamento si fosse saturato di monossido carbonio di notte, mentre stava dormendo. In quel caso, non avrebbe avuto nemmeno il tempo di rendersene conto, e dare l’allarme. Impensabile anche solo riaccendere, per pochi minuti, la stufa a pellet mal funzionante. Il Comune ha così redatto un verbale in cui ordina al proprietario dell’appartamento, e agli inquilini attualmente presenti, di non utilizzare la stufa, fino a nuovo ordine. Nel frattempo, l’ente ha obbligato il proprietario a revisionare il condotto fumario e la torretta, e a far eseguire i lavori necessari da un team di tecnici abilitati. Sul rispetto dell’ordinanza vigilerà la polizia locale.

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