Interventi di protesi d’anca via alla chirurgia mininvasiva

CONEGLIANO. Ridurre le cicatrici da sala operatoria e aumentare la precisione d’intervento con la chirurgia mininvasiva. Da qualche settimana la nuova frontiera della medicina è realtà per i pazienti...
CONEGLIANO. Ridurre le cicatrici da sala operatoria e aumentare la precisione d’intervento con la chirurgia mininvasiva. Da qualche settimana la nuova frontiera della medicina è realtà per i pazienti che si sottopongono a protesi d’anca nel reparto di Ortopedia dell’ospedalei di Conegliano. Dal 2018 sempre più specializzato in protesi all’anca. «Nelle scorse settimane siamo partiti con l’applicazione della tecnica mininvasiva, con accesso anteriore diretto, che va ad affiancarsi a quella tradizionalmente usata per la protesi d’anca – spiega il primario, Claudio Melchior -. La mininivasiva, che non può essere applicata a tutti in quanto, ad esempio, non è indicata in coloro che presentano masse muscolari molto sviluppate o alterazioni morfologiche dell’anca, risponde ai mutati bisogni dei pazienti che si sottopongo a protesi d’anca. I pazienti odierni sono sempre più attivi anche in età avanzata, autosufficienti e in molti casi ancora integrati nel mondo del lavoro. Molti praticano, a vari livelli, attività ginnica o sportiva. Questi pazienti hanno bisogno dunque di una chirurgia che consenta un rapido ritorno alle loro normali occupazioni: di qui l’importanza, laddove possibile, dell’applicazione della mininvasiva». Diversi sono i vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, a cominciare dal rapido recupero muscolare, alla riduzione della cicatrice operatoria. La chirurgia mininvasiva garantisce inoltre al paziente la possibilità di ricominciare a camminare in giornata riducendo la limitazione funzionale nel post-operatorio, il dolore , il rischio di lussazione e il sanguinamento. «L’Unità Operativa di Ortopedia di Conegliano – sottolinea il direttore generale, Francesco Benazzi - conferma, con l’attivazione della mininvasiva per le protesi d’anca, il suo importante ruolo di riferimento nell’ambito dell’Usl 2». Nel 2017, gli interventi di protesi d’anca effettuati negli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto sono stati, complessivamente, oltre 350. Ma il futuro punta alla diversificazione dell’offerta e specializzazione delle competenze nelle due strutture dell’Usl 2. «In un’ottica di integrazione e specializzazione dei nosocomi di Conegliano e Vittorio Veneto – anticipa Melchior – dal 2018 la chirurgia protesica verrà differenziata tra i due ospedali: al Santa Maria dei Battuti concentreremo gli interventi di protesi d’anca mentre quelli al ginocchio e alla spalla saranno effettuati a Vittorio Veneto».


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