Insulti a prof e compagni su Instagram: coinvolti 15 studenti di scuola media a Treviso

Gli adolescenti avevano aperto pagine sul social a nome dell’istituto: nel mirino anche alcune ragazzine. Il caso segnalato ai carabinieri

Savina Trevisiol
Studenti di un scuola media in classe durante la lezione
Studenti di un scuola media in classe durante la lezione

Offese e insulti rivolti ai professori e ai compagni, attraverso pagine Instagram aperte a nome di una scuola media in un comune dell’hinterland cittadino. Del caso, scoperto da alcuni genitori e dal dirigente dell’istituto comprensivo, è stata fatta segnalazione ai carabinieri.

I docenti presi di mira stanno valutando l’opportunità di sporgere denuncia per diffamazione.

Anche se l’intento della scuola è quello di puntare sul dialogo con gli studenti coinvolti: una quindicina quelli che pubblicavano insulti, ma il cerchio va allargandosi. Molti di più i ragazzini che avevano accolto l’invito ad iscriversi alle pagine nate, all’inizio, con intenti del tutto innocui.

Il fatto

Tutto è nato tra novembre e dicembre dell’anno scorso quando alcuni genitori si sono accorti che sia i loro figli che alcuni compagni, utilizzavano in modo improprio i profili social che si erano creati. Il presidente del consiglio di istituto, espresso dai genitori,

ha scoperto che alcuni alunni avevano creato dei profili Instagram esplicitamente riconducibili alla scuola media e all’omonimo istituto comprensivo che comprende scuole di ogni grado: media, elementari e asilo comunale.

Il trucchetto

Attraverso un’applicazione reperibile sul web, chiamata NGL, alcuni studenti pubblicavano messaggi anonimi. Ma lo stratagemma non è bastato a impedire che venissero rintracciati.

Avevano iniziato con dei semplici pettegolezzi adolescenziali per poi farsi prendere la mano, arrivando a veri propri insulti a danno di docenti, colpevoli, secondo loro, di aver interrogato o fatto compito in classe. Presi di mira anche alcuni compagni con comportamenti da bulli.

Per esempio avevano lanciato un sondaggio per sancire quale fosse il più antipatico della scuola.

Fino a pesanti apprezzamenti osceni ai danni di ragazzine, poco più che bambine. Nel mirino anche studenti di altre scuole che si recavano in visita all’istituto. Grazie alla collaborazione dei genitori, alcuni tra i responsabili delle denigrazioni online sono stati individuati.

Le indagini non si sono ancora concluse. «In questa fase stiamo facendo una serie di incontri con genitori e alunni dei ragazzi coinvolti attivamente facendo una parte di sensibilizzazione» dichiara il preside dell’istituto comprensivo «come scuola diamo importanza alla parte educativa della questione, che i ragazzi capiscano cosa hanno fatto e, soprattutto le famiglie lo comprendano, perché queste azioni derivano soprattutto da un mancato controllo dei ragazzi e delle loro attività su internet.

Stiamo parlando di ragazzini che frequentano le medie, quindi sotto i 14 anni, età minima per potersi iscrivere sui social. I colloqui con i responsabili accertati finora stanno proseguendo e, finché non sarà chiuso il cerchio, non ci esporremo su quali saranno le conseguenze per i ragazzi».

I professori

I docenti coinvolti sono stati prontamente avvisati, è stato loro fornito il materiale e decideranno come procedere privatamente nei confronti dei responsabili accertati e delle loro famiglie, poiché la scuola può intervenire solo per l’utilizzo improprio del nome della stessa e del comportamento, non direttamente per le offese ricevute.

Tutti i genitori degli alunni del comprensivo sono stati avvisati con una circolare ufficiale che riporta i dettagli di quanto accaduto, pochi giorni fa perché è fondamentale ricordare che gli obblighi inerenti alla responsabilità dei genitori impongono non solo il dovere di impartire al minore un’adeguata educazione all’utilizzo dei mezzi di comunicazione, ma anche di compiere una vera e seria attività di vigilanza.

In ambito penale, infatti, il minore di 14 anni è sempre non imputabile, pertanto in questo caso la responsabilità cadrà inevitabilmente sui genitori.

La situazione è in itinere, si stanno facendo ancora indagini per risalire a tutti i responsabili. Al momento è stata fatta ai carabinieri una prima segnalazione.

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