Infermieri abusivi, dirigenti Usl a processo

Professionisti non iscritti all’albo, i direttori del personale si oppongono al decreto penale di condanna
TOME' TREVISO INAUGURAZIONE PRONTO SOCCORSO E VIABILITA' agenzia fotografica fotofilm
TOME' TREVISO INAUGURAZIONE PRONTO SOCCORSO E VIABILITA' agenzia fotografica fotofilm

Facevano gli infermieri per l’Usl 9 pur non essendo iscritti all’albo professionale. Una condotta illecita che ha messo nei guai loro (sei) e quattro dirigenti dell’azienda sanitaria: la Procura ha contestato l’esercizio abusivo della professione per i sei infermieri, e lo stesso reato ai quattro dirigenti per aver consentito che gli infermieri non iscritti all’albo «esercitassero abusivamente la professione sanitaria di infermiere professionale». I dirigenti, che si sono opposti al decreto penale di condanna, hanno scelto la via del dibattimento processuale: saranno in aula il prossimo 21 giugno.

Tutti e dieci erano stati colpiti da un decreto penale di condanna: i quattro dirigenti dell’Usl si sono opposti e andranno al dibattimento processuale per cercare di dimostrare la propria innocenza.

Nessuno dei sei infermieri, secondo la Procura, aveva i titoli per lavorare come infermiere professionale: non erano iscritti all’albo (Ipasvi) come invece prevede la legge, in particolare il decreto ministeriale del 14 settembre del 1994. Le indagini sono state condotte dal Nas (nucleo anti sofisticazioni) dei carabinieri, che hanno passato al setaccio le iscrizioni di circa 1.700 infermieri. Scoperti i sei “abusivi”, i militari hanno informato la Procura. Da qui il decreto penale di condanna emesso dal gip Silvio Maras per tutti e dieci gli imputati: ai sei infermieri considerati abusivi è stata inflitta una sanzione da 250 euro, ai quattro dirigenti dell’Usl 200 euro. Pene leggere, tutto sommato, con tanto di non menzione sul casellario giudiziario. P.d.M, 57 anni, lavorava al poliambulatorio di Treviso. Un’altra infermiera, E.F., 58 anni, al distretto socio sanitario a Villorba. Un’altra infermiera, P.M., 54 anni, al reparto di oculistica del Ca’ Foncello, poi una (M.P., 44 anni) allo Spisal. Infine, un’infermiera (E.P., 58 anni) al servizio d’emergenza del Suem di Treviso e un infermiere (A.R., 57 anni) al centro salute mentale di Mogliano.

I quattro direttori del personale dell’Usl a processo si sono succeduti nei quattro anni finiti sotto la lente della Procura (da marzo 2006 a giugno 2010). Si tratta di Roberto de Nes, 56 anni; Mario Messina, 60 anni; Cristina Bortoluzzi, 44 anni; e infine Renato Andreazza, 57 anni, attuale direttore del dipartimento risorse umane dell’Usl 9. Secondo la stessa Usl, «non si trattava di finti infermieri, bensì di infermieri che lavoravano da anni ma che semplicemente non si erano adeguati alla normativa che imponeva l’iscrizione all’ordine professionale».

Fabio Poloni

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