Industriale compra le Torri di Credazzo

FARRA DI SOLIGO. Vendute le Torri di Credazzo, i torrioni fortificati tra Farra e Col San Martino, sito di grande attrattiva turistica e traccia della storia medievale del Quartier del Piave. Dopo circa cinquant’anni di proprietà della famiglia Barbin, che ne ha curato il restauro e le ha messe a disposizione della collettività in più occasioni, nei giorni scorsi è stato ufficializzato il passaggio di proprietà. Il colpo grosso lo ha messo a segno un imprenditore di Cordignano, il cui nome è tenuto ancora riservato perché rimangono da limare alcuni dettagli contrattuali.
La questione, però, è subito diventata politica: quelle torri, seppur di proprietà privata, sono un patrimonio collettivo, e così erano considerate anche dai precedenti proprietari. Ora anche i nuovi apriranno le Torri di Credazzo ai visitatori, e lavoreranno per la loro valorizzazione? Il consiglio comunale di Farra ne ha discusso ieri sera grazie a un’interpellanza di “Farra Bene Comune”. «Vista l’importanza storico artistica e paesaggistica dell’immobile, sia per il nostro Comune sia per tutto il territorio circostante, vogliamo sapere se l’amministrazione è stata in qualche modo coinvolta» spiegano i consiglieri Francesca Zabotti e Federico Amianti «se l’immobile storico ha dei vincoli di tutela stipulati con il Comune legati a tempi e modi di fruizione al pubblico, e se il Comune, di concerto con la nuova proprietà, intende agire per valorizzare questo bene storico nell’ottica dello sviluppo turistico e di promozione del territorio».
«La priorità è che le Torri non vengano chiuse, ma restino a disposizione di tutti» ha ribadito Francesca Zabotti «il sindaco deve rassicurarci. Non sappiamo come si sia mosso finora, la notizia l’abbiamo appresa da altre fonti». Certo, quei bastioni allo stato attuale non sono abitabili (e non sono mai state la residenza della famiglia Barbin), ma i nuovi proprietari potrebbero comunque farne un uso diverso rispetto a quello che hanno svolto finora. Il sindaco Giuseppe Nardi, interpellato sulla questione, si trincera dietro un «no comment», o quasi: «Posso solo dire che parleremo con i nuovi proprietari, che al momento non so nemmeno chi siano». Il Comune, in realtà, chiederà che sia confermata la fruizione pubblica del sito. I rapporti con la famiglia Barbin, e con l’architetto Giovanni in particolare (che acquistò il complesso dalla famiglia Biscaro), sono stati all’insegna della correttezza e della disponibilità. In occasione di particolari eventi o manifestazioni, i gruppi organizzati o le associazioni avevano addirittura le chiavi delle Torri. Sono uno dei siti più preziosi anche per quanto riguarda la candidatura a sito Unesco delle colline del Prosecco: valorizzarle come meritano significherebbe, per il territorio, mettere a segno un punto importante nella lunga rincorsa al riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità”.
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