«La nostra squadra non può morire così». L’Indomita protesta con i suoi calciatori

Iniziativa dei Giovanissimi della squadra dell’area di Treviso nord durante il torneo di Volpago, contestati i progetti per la futura Academy, ritenuta «esclusiva». La società ha un forte valore sociale prima ancora che sportivo per i quartieri cittadini

Lorenza Raffaello
Lo striscione sorretto dai Giovanissimi all’ingresso in campo
Lo striscione sorretto dai Giovanissimi all’ingresso in campo

Indomiti, anche sul campo. I Giovanissimi della società trevigiana sono scesi sul terreno di gioco, venerdì pomeriggio 23 maggio in occasione del torneo di Volpago, con uno striscione in cui contestano il piano per la loro squadra, destinata a diventare Treviso Academy. «L’Indomita non può finire così» recitava lo striscione sorretto dai giovani calciatori all’ingresso in campo.

«L’Indomita reagisce alla politica esclusivista e d’élite di società sportive per pochi» spiegano gli organizzatori della plateale protesta. «I Giovanissimi del 2011 non ci stanno al fatto che la squadra Indomita chiuda i battenti perché i campi di calcio usati fino ad oggi servono alla Marca Accademy, società non competitiva per i piccoli fino al 2013.

I Giovanissimi dell’Indomita hanno mostrato durante il torneo di calcio svolto il 23 maggio a Volpago il loro disappunto con uno striscione che recita: “L’Indomita non può finire così”. I ragazzi resteranno senza squadra e senza campi e così come loro tutte le squadre della sezione giovanile dell’Indomita. Al momento non c’è una società con relativa matricola che possa gestire e dirigere la squadra dei quartieri periferici di Treviso (San Paolo, San Liberare, Santa Bona e Monigo). L’impatto sociale che temono le famiglie è quello legato al vuoto lasciato da una società sportiva senza troppe pretese, ma che toglie i ragazzi dalle strade».

Il caso aveva fatto parecchio rumore in città nei giorni scorsi. La società che da metà degli anni ’50 ha fatto sognare migliaia di ragazzini non ci sarà più. Al suo posto la Marca Academy, ovvero la “cantera” del Treviso Calcio. Secondo quanto è stato comunicato dalla società sportiva ai genitori solo un paio di settimane fa, dalla prossima stagione nei campi potranno giocare solo i pre-agonisti, cioè i bambini dai 5 anni fino a quelli nati nel 2012, ma lo potranno fare con un cambio di casacca (e i genitori temono anche quote di iscrizione più salate).

Il resto dei giocatori, cioè i ragazzi dai 13 anni in su, circa un’ottantina, dovranno trovarsi un’altra squadra, previa selezione e disponibilità a spostarsi, considerando che l’Indomita è sempre stata la squadra dei quartieri più difficili della città, dove i genitori sono più impegnati ad arrivare a fine mese che a selezionare società sportive per i figli.

Il destino dei giovani calciatori è quindi appeso a un filo: il caso ha interessato anche la politica locale, che potrebbe trovare una soluzione al caso. Il grido d’allarme lanciato ieri durante il torneo giovanile servirà a tenere alta l’attenzione su una vicenda dal forte carattere sociale, prima ancora che sportivo.

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