Il giornalismo locale oltre le news: il Gruppo Nem incontra gli studenti del Canova di Treviso

Ragazze e ragazzi del liceo classico a tu per tu con il vicedirettore Fabrizio Brancoli che ha raccontato le strategie dei quotidiani e l’esperienza di Nem. Le domande: fake news, intelligenza artificiale, contenuti per i più giovani

Un momento della lezione tenuta dal vicedirettore di Nem Fabrizio Brancoli agli studenti del Canova
Un momento della lezione tenuta dal vicedirettore di Nem Fabrizio Brancoli agli studenti del Canova

Due ore “miracolose” perché in silenzio, e soprattutto a telefoni spenti. Due ore trascorse guardando i video di servizi giornalistici targati Nem (il gruppo che edita anche la Tribuna di Treviso) e ascoltando una serie di riflessioni sul giornalismo di oggi e, speriamo, di domani.

Un giornalismo locale oppure, ancora, meglio “glocale”, che sappia gestire le notizie a chilometro zero e i grandi temi planetari, con la consapevolezza che le due categorie sono sempre più soggette a intersecarsi.

I ragazzi del liceo e ginnasio statale “Antonio Canova” hanno seguito con interesse “I giornali oltre le notizie, verso le comunità”, una mini-conferenza tenuta da Fabrizio Brancoli, vicedirettore di Nem con delega al Piccolo e delega a Cultura ed Eventi. Le comunità, con l’importanza dell’uso del plurale, perché oggi fare giornalismo su un territorio significa intercettare gruppi di interesse, passioni e problemi collettivi, articolati, senza la presunzione di inquadrare temi che valgano per tutti ma cercando di raggrupparli in spunti condivisi.

Nell’incontro sono state portate, come esempi di iniziative, alcune esperienze recenti del Piccolo, storico quotidiano di Trieste, e in generale di Nord Est Multimedia: lo strumento della riunione di redazione “in esterna” per confrontarsi con un quartiere, un’associazione o comunque con una platea ampia; una “capsula del tempo” che sarà aperta nel 2074 e che contiene una copia del quotidiano cittadino; una riunione dei giornalisti tenuta all’estero, prima nella storia per i giornali italiani (è accaduto a Rovigno, in Croazia, per incontrare la comunità delle migliaia di residenti italiani); il lavoro sulla Rotta Balcanica dei migranti dall’Est, la scelta di una graphic novel per raccontare un omicidio efferato del 1991.

Tutti percorsi sperimentali per provare a fare giornalismo, appunto “oltre le notizie”. Queste ultime sono viste come fondamenta di una casa, decisive per la sua stessa esistenza, ma non risolutive come fattori della scelta se abitarvi o no.

Nell’ultima mezzora il monologo diventa dibattito, con le domande dei ragazzi. E i temi sono centrati, puntuali. Il combattimento corpo a corpo contro le fake news, le strategie (ci sono? ) per attrarre i giovani verso la lettura, l’intelligenza artificiale, la possibilità di ospitare opinioni di ragazzi e ragazze sulle pagine quotidiane. Temi quasi “assoluti”, per il giornalismo di oggi. Rispondere, facendo slalom tra le frasi fatte e le superficialità, non è semplice.

«Una cosa è certa – spiega Brancoli – per affrontare i temi cari a un ventenne è utile che vi siano giornaliste e giornalisti di quella fascia di età. Nei nostri giornali è stato attuato un cambio generazionale importante, che nelle speranze dovrebbe servire anche a questo scopo».

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