Incidente sul lavoro a Mareno di Piave, morto un operaio di 60anni

L’incidente alla Ceda: l’uomo, Sankinder Singh, residente a Santa Lucia, è stato travolto da una vasca contenente sostanze cementizie 

Ancora un drammatico incidente sul lavoro in provincia di Treviso, il secondo dall'inizio dell'anno. A perdere la vita è stato un operaio 60enne di origine indiana, residente a Santa Lucia di Piave, rimasto vittima venerdì pomeriggio di un grave infortunio all'interno della Ceda SpA, azienda storica di Mareno di Piave che da oltre sessant'anni si occupa di lavorazioni in calcestruzzo.

Incidente sul lavoro a Mareno di Piave: ecco chi era l’operaio morto a 60 anni
Sankinder Singh

L'incidente è avvenuto attorno alle 16:30 nello stabilimento di via Conti Agosti. Secondo una prima ricostruzione, il lavoratore stava pulendo una vasca contenente sostanze cementizie quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stato travolto dalla stessa vasca, rimanendo schiacciato e morendo sul colpo.

Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, ma i tentativi di soccorso si sono rivelati inutili. Per l'operaio non c'è stato nulla da fare.

Sono attualmente in corso le indagini dei tecnici dello Spisal, il Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, che, insieme ai carabinieri, stanno ricostruendo l'esatta dinamica della tragedia.

Tutti i testimoni presenti in azienda al momento dell'incidente sono stati ascoltati, mentre il magistrato di turno ha disposto il trasferimento della salma presso l'obitorio di Treviso, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

 

ll segretario della Cgil Mauro Visentin

La CGIL di Treviso esprime il proprio profondo cordoglio ai familiari e ai colleghi della vittima dell'incidente mortale avvenuto oggi alle 16:30 a Mareno di Piave, alla ditta CEDA, dove un operaio di origine indiana, 60enne di Santa Lucia di Piave, ha perso la vita tragicamente a causa di un infortunio sul lavoro.

Il segretario generale della CGIL di Treviso, Mauro Visentin, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Siamo profondamente colpiti da questo tragico evento. Ogni vita persa sul lavoro è una ferita che segna non solo le famiglie, ma l'intera comunità. È inaccettabile che nel 21° secolo si verifichino ancora incidenti di questa gravità. È fondamentale che le autorità competenti facciano chiarezza sulle dinamiche di questo incidente e che si adottino misure più severe per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro."

Visentin ha aggiunto: "Chiediamo un impegno concreto da parte delle aziende e delle istituzioni per promuovere una cultura della sicurezza e prevenire simili tragedie in futuro. Ogni lavoratore ha diritto a tornare a casa sano e salvo dopo una giornata di lavoro."

La CGIL trevigiana per l’ennesima volta fa appello per garantire che siano prese tutte le misure necessarie a evitare ripetizioni di tali eventi drammatici.

Inoltre Mauro Visentin aggiunge: "In queste settimane di ondate di caldo, è fondamentale richiamare l'attenzione sui rischi legati alle alte temperature per le lavoratrici e i lavoratori. Lavorare in condizioni di calore estremo non solo aumenta il rischio di infortuni, ma può anche avere effetti devastanti sulla salute a lungo termine.

La CGIL e l'INCA di Treviso si uniscono all'appello nazionale per garantire che tutti siano informati sui comportamenti da adottare in caso di colpi di calore e sulla necessità di ambienti di lavoro salubri, con temperature adeguate. È inaccettabile che la normativa sul microclima e sulla salute e sicurezza non venga sempre rispettata.

Le aziende devono assumersi la responsabilità di proteggere i propri dipendenti, attivando le misure necessarie, come l'accesso alla Cassa Integrazione Ordinaria, in caso di superamento dei 35° C. È tempo di garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti, perché la salute dei lavoratori deve essere una priorità, non un costo."

La dinamica

 

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