Incidente a Povegliano, lui aveva già minacciato la fidanzata: «Tu muori, io mi ammazzo»

TREVISO. È arrivato a dirle che l’avrebbe uccisa perché non soffriva come lui per la morte del nonno. L’avrebbe accusata di “crudeltà”, tormentata per anni, minacciata di morte a più riprese. E suo padre le avrebbe chiesto di ritrattare la versione dell’incidente data alla polizia giudiziaria. Lo schianto di Povegliano, secondo il contenuto dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti di Christian Barzan, non sarebbe quindi che l’ultimo atto di una storia di violenza e minacce durata anni.
«Un difficilissimo rapporto sentimentale», secondo gli atti giudiziari, in cui la ragazza che viaggiava assieme a Barzan sarebbe stata vittima di «un perdurante e grave stato di paura e di timore per la propria incolumità anche a causa del carattere violento e possessivo» dell’ex fidanzato, un contesto sfociato in quello che secondo la Procura è un tentativo di omicidio-suicidio a bordo dell’Alfa Romeo schiantata nella notte tra venerdì e sabato a Povegliano.
Anni di vessazioni. La relazione tra i due è durata dal 2013 al 2019, a gennaio lei ha detto basta. Barzan cerca continuamente di riallacciare il rapporto, i due si rivedono altre cinque volte, nulla cambia. Lui inizia a mandarle, secondo quanto raccontato dalla ragazza e contenuto nell’ordinanza, messaggi in cui manifesta le intenzioni suicide, «arrivando anche a dirle che l’avrebbe uccisa perché non soffriva come lei per la morte del nonno». Un “amore” malato testimoniato anche dalla madre della giovane: «La donna riferisce che dopo un rapporto difficile dovuto alla possessività e, a volte, alla riferita violenza del partner, la figlia lo aveva lasciato, ma Barzan aveva continuato a chiamarla, molte volte, inviandole messaggi, per tentare di riallacciare i rapporti».
Gli amici. Gli inquirenti hanno sentito anche due amici dell’ex fidanzata di Barzan. Le loro testimonianze sono finite nell’ordinanza del giudice Angelo Mascolo: «Riferiva un amico della ragazza di aver sentito da lei di condotte violente tenute dal suo partner Barzan nel corso del suo rapporto e di aver visto addosso alla donna lividi che ella attribuiva a percosse del fidanzato». Agli stessi amici la giovane ha inviato alcuni messaggi la notte dell’incidente, dopo lo schianto, raccontando sia il pugno ricevuto che la volontà dell’ex fidanzato di farla finita.
«Devi ritrattare». La ragazza ha confermato la stessa versione anche al personale di soccorso intervenuto e alla polizia giudiziaria. In questura, alcuni giorni dopo l’incidente, ha ripetuto la medesima ricostruzione senza mai modificarla. «La donna - recita ancora l’ordinanza - ha anche riferito alla polizia giudiziaria di essersi rifiutata, alla richiesta del padre di Barzan, di modificare la sua versione, dicendo che il ragazzo aveva perso il controllo dell’auto involontariamente».
Niente di tutto ciò, la ragazza ha ripetuto sempre e soltanto la sua prima versione: «Voleva che morissimo entrambi, ha sterzato apposta contro l’auto che arrivava dalla direzione opposta». Dichiarazioni «precise, particolareggiate e sicure - si legge nell’ordinanza - specie dopo che le è stata rappresentata apertis verbis dalla polizia giudiziaria, che per prudenza la ha risentita, la loro gravità».
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