Inchiesta sulla morte di Pinarello
Poteva correre? Il pm vuole vederci chiaro. Lunedì l'autopsia, funerali in Duomo

GORIZIA.
La Procura di Gorizia ha aperto un'inchiesta per fare luce sul decesso di Andrea Pinarello, morto nella tarda mattinata di mercoledì a Staranzano, in provincia di Gorizia, poco dopo l'arrivo della prima tappa del Giro del Friuli per cicloamatori. Era il più giovane dei tre figli di Giovanni Pinarello, imprenditore trevigiano che con il suo marchio ha dato origine alla dinastia delle biciclette «made in Italy».
Il sostituto procuratore presso il tribunale di Gorizia, Valentina Bossi, ha avviato gli accertamenti di legge a cominciare dall'autopsia che sarà eseguita lunedì mattina. Contestualmente verrà acquisita la documentazione consistente nelle certificazioni mediche che avevano consentito ad Andrea Pinarello di praticare l'attività agonistica. L'esame autoptico consentirà di stabilire con certezza assoluta le cause del decesso: probabile che a stroncare il manager 40enne trevigiano sia stato un problema di origine cardiaca. La data dei funerali deve ancora essere fissata: le cerimonia per l'ultimo saluto al manager-ciclista conosciuto in tutto il mondo verrà celebrata nel duomo di Treviso martedì o mercoledì. Familiari e parenti vogliono sapere le cause che hanno portato al decesso il giovane e stimato manager trevigiano che lascia la moglie Gloria Piovesan, 39 anni, e i figlioletti Matilde, 7 anni, e Giovanni junior, 5 anni. Nell'occasione tutti i negozi piazza del Grano - dove la Cicli Pinarello ha aperto il primo negozio per vendere le famose biciclette - chiuderanno in segno di lutto. La tragedia si è consuata mercoledì poco prima delle 13. Andrea Pinarello aveva regolarmente concluso la tappa Tavagnacco-Staranzano quando all'improvviso si era accasciato perdendo conoscenza. Era stato subito richiesto l'intervento del personale sanitario del 118 e inizialmente il 40enne si era ripreso rivolgendo ai presenti un gesto con la mano come a indicare di sentirsi bene ma pochi istanti dopo era di nuovo stramazzato al suolo: medici e personale paramedico si erano prodigati per rianimarlo ma tutto è risultato inutile. La salma di Pinarello si trova ora nell'obitorio dell'ospedale di Monfalcone. Per parenti, amici e compagni di corse in bicicletta Andrea era allenato, un vero atleta, e correva ogni settimana con il Team Granfondo. Chi aveva condiviso con lui gli allenamenti in bicicletta sottolinea che aveva un ritmo da corridore vero e che non lesinava gli sforzi sui pedali. Fino ai 19 anni Pinarello aveva giocato anche a rugby, ad ottimi livelli, nel Benetton Treviso. Eppure il suo cuore aveva già alimentato non poche preoccupazioni tanto che in marzo il 40enne era stato sottoposto ad un intervento di ablazione all'ospedale San Raffaele di Milano per eliminare le aritmie di cui soffriva. «Era più forte di lui, voleva continuare a correre in bici» ha detto la madre Ida Gobbo. Successivamente tutti gli esami a cui si era sottoposto dopo l'operazione erano stati confortanti e infatti i medici gli avevano dato l'idoneità agonistica.
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