In onda con le Iene il “dono” di Franco e Andrea

Reportage in Costa Rica sulla casa di Jorge, autistico, costruita con il ricavato del libro di Ervas

Il primo viaggio di Franco Antonello con il figlio Andrea è diventato uno dei libri più amati dagli italiani nel 2012. L’ultimo viaggio sarà raccontato domenica 27 gennaio, nella puntata del programma di Italia 1 “Le iene”, in onda alle 21.30. Dal 4 al 12 gennaio l’imprenditore di Castelfranco – presidente della Fondazione “I bambini delle fate”, che si occupa di sostegno alle famiglie con disabilità infantili – è tornato in Costa Rica assieme al figlio, affetto da autismo, e a Giulio Golia, che con “Le iene” si era già occupato della loro storia. Grazie ai proventi a lui destinati raccolti con la vendita del libro di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura”, Franco ha mantenuto la sua promessa: ha comperato una casa vera per Jorge, il ragazzo autistico che ha incontrato nel suo primo viaggio dagli Stati Uniti alle foreste del Guatemala. «Quando tornai da quel viaggio con Andrea, la sera il mio pensiero era uno solo: chissà Jorge dov’è. Da una baracca sul ciglio della Panamericana adesso vive in quartiere normale, con la nonna di 82 anni e con uno zio. Ora», racconta, «vado a letto più sereno». Con l’aiuto di Andrea Balestra, un amico di Bassano che vive in Costa Rica, Franco Antonello ha preparato le basi, cercato la casa, sbrigato le pratiche notarili e l’ha acquistata. Poi, all’inizio di gennaio, è tornato, ha buttato giù quella specie di baracca a calci, si è caricato Jorge in braccio e gli ha dato quello che non aveva mai avuto prima. Una casa, ma non solo. «Jorge oggi ha 29 anni, è tetraplegico dalla nascita, muove solo le mani, non parla e penso sia autistico. La mamma lo ha abbandonato quando è nato, il papà è in carcere. Tutta la vita», spiega Antonello, «l’ha passata su una branda o in braccio, senza allontanarsi mai da quel posto. Gli abbiamo comperato anche una sedia a rotelle e finalmente ha potuto percorrere i primi cinque metri della sua esistenza, da solo». Chiedergli quanto gli è costata tutta questa operazione è fatica sprecata, perché Franco Antonello su questo tace. «Dico solo che il mio preventivo di budget è raddoppiato. Ma il libro è stato un successo e i proventi arriveranno. Un libro», confessa, «che all’inizio non so se ero convinto fosse giusto scrivere. Adesso però questo libro mi piace. È il mio libro». La gratitudine e l’emozione di Jorge si vedrà tutta trasparire dal suo sguardo pieno di luce, questa sera. Anche quella di Andrea, «che ha iniziato a sentirsi fiero di quello che sta facendo e si sta rendendo conto che la sua vita ha un senso». Per Franco Antonello è solo questo che conta, questo presente in costruzione. «Guardiamo a ciò che possiamo fare oggi, perché il futuro che mi immagino è un disastro, con i nostri ragazzi che finiranno da qualche parte impastigliati, sedati, legati. Chissà». Quasi un ritorno alle pagine amare e di commovente realismo, l’ultimo capitolo del libro. Dedicate a un domani di cui è difficile, da padre, farsi una ragione.

Sara Salin

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