In duecento contro i profughi a Fonte

FONTE. I residenti, che sono accorsi in buon numero all’assemblea pubblica indetta ieri sera dal Comune (circa duecento, inclusi tutti quelli rimasti fuori dal municipio), volevano sapere se i 22 richiedenti asilo già arrivati all’ex noviziato Santa Maria Bambina, a Onè, resteranno appunto 22, o saranno solo la prima «ondata», come la chiama qualcuno, di nuovi arrivi. Il sindaco Massimo Tondi, che sul banco degli imputati mette la Prefettura («Non mi ha informato») e pure le suore della cooperativa che gestisce il sito («Eravamo d’accordo che senza il nostro via libera non avrebbero concesso lo stabile»), non si pronuncia: «Non mi hanno detto niente di questi 22, figuratevi se so di altri gruppi».
Risposte arrivate nessuna, invettive contro il governo e le cooperative tante, una serata senza eccessi e con il fuoriprogramma dei volantini (che parlavano di «sostituzione etnica» in corso) distribuiti da Generazione Identitaria, l’associazione che nelle acque del Mediterraneo sta ostacolando i soccorsi delle Ong ai barconi dei migranti.

A Fonte, ieri sera, anche numerosi amministratori dei Comuni vicini. Applausi scroscianti per Marzio Favero, primo cittadino di Montebelluna: «Chi lo spiega a questi cittadini che noi Comuni siamo costretti a non aiutare loro, per dare le nostre risorse agli immigrati?». Tranciante, sulla questione, il segretario provinciale della Lega Nord, Dimitri Coin: «Totale solidarietà al sindaco di Fonte e alla sua amministrazione comunale. Saremo al suo fianco in qualsiasi iniziativa intraprenderà. Il rapporto con la prefetta è partito male sin dall’inizio, ma non per colpa nostra. Lei del resto rappresenta il ministero dell’Interno e noi siamo contrari a questo tipo di politica di accoglienza. Quanto a Treviso, non sappiamo ancora quanti sono i richiedenti asilo, dove si trovano, quanti sono coloro che hanno ottenuto il riconoscimento, che tipo di assistenza hanno, a quanti è stato negato il riconoscimento, se sono stati rimpatriati o meno. Diciamo che la chiarezza non è stato proprio il tratto distintivo di questa prefettura».

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Provincia, Stefano Marcon: «Sono al fianco del sindaco, questa è una forzatura nei suoi confronti perché non è a un sindaco che compete la gestione dell’immigrazione. A Fonte il 25% della popolazione è non autoctona, e tutto questo pesa ancora di più. La Provincia non ha strumenti per intervenire, se non quello di manifestare il proprio dissenso per questa politica fallimentare sull’immigrazione». Per le risposte, tutto rimandato alla prossima puntata: i richiedenti asilo, per ora, restano 22, Fonte altrimenti è pronta alle barricate.
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