Il virus stronca il “re della Pescheria” Addio Magnaguagno, patròn della Delfino

PREGANZIOL

Da decenni donava sorrisi e gentilezza a tutti i suoi clienti, allo stand del mercato delle Pescheria. Non si può che ricordarlo così, Lino Magnaguagno, uno dei volti simbolo di quella città nella città che è il mercato ittico e non solo del capoluogo.

Classe 1942, originario di Portobuffolè, Magnaguagno è stato sconfitto dal coronavirus, dopo aver lottato contro la malattia per settimane.

L’azienda, oltre che tra le pensiline dell’isola sul Cagnan, aveva una sede a Preganziol e l’ultima, aperta da non molto tempo, a Frescada.

«Purtroppo il virus ha avuto la meglio, nonostante le condizioni fisiche forti e un temperamento deciso e appassionato che negli anni gli aveva permesso di superare sfide impegnative e raggiungere traguardi importanti», dicono i familiari, affranti .

Con Lino la storica pescheria di Treviso perde un esponente importante della famiglia Magnaguagno.

«Si è dedicato fino all’ultimo ai suoi clienti affezionati», ricordano ancora i familiari «e negli anni si è guadagnato la stima e l’affetto di collaboratori, fornitori del mercato ittico di Venezia, amici, commercianti, ristoratori del centro storico e oltre».

Nella sua lotta contro la malattia, intrapresa con tenacia e la determinazione che gli erano congeniali il titolare dell’azienda ittica, è stato seguito dai medici e operatori del reparto di terapia intensiva di Ca’ Foncello, che nelle ultime settimane hanno lottato con lui per sconfiggere la battaglia contro il Covid-19. Il quadro clinico è precipitato improvvisamente.

Magnaguagno lascia la moglie Franca Battaggia, i figli Caterina, Andrea, Davide, Francesca, Carlotta, e i tanti nipoti.

L’ultimo saluto si terrà a Mogliano, dove ha vissuto e ha coronato i migliori avvenimenti della sua intensa vita, domani alle 15.30, nel Duomo.

I familiari ringraziano i reparti di malattie infettive e Rianimazione dell’Ospedale di Treviso e la comunità per la vicinanza dimostrata in questi giorni, attraverso numerosi messaggi.—

MATTEO MARCON

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