Il Tribunale salva Pasta Zara Sì all’omologa del concordato

riese pio x. Semaforo verde dal Tribunale di Treviso: approvato il concordato preventivo di Pasta Zara, l’azienda di Riese può continuare a lavorare. Un sospiro di sollievo per il presidente Furio Bragagnolo e per i dipendenti dell’azienda, che hanno stretto i denti per quasi tre anni - era il maggio 2017 quando l’impossibilità di saldare la cedola scaduta di un bond aveva spalancato il baratro della crisi.
Il concordato presentato dall’azienda ha ottenuto ieri l’omologa del tribunale. È stato il giudice delegato Antonello Fabbro a comunicare il via libera alla procedura concordataria “con continuità aziendale” presentata dalla società di Riese, tra i principali esportatori internazionali di pasta. A settembre il piano per il salvataggio della storica azienda era stato approvato a larga maggioranza dai creditori, raggiungendo l’obiettivo in tutte e sei le classi previste dalla proposta. Nelle scorse settimane, tuttavia, aveva sollevato qualche preoccupazione la notizia dell’opposizione di quattro creditori all’omologazione del concordato preventivo, che avrebbe potuto bloccare la cessione a Barilla dello stabilimento di Pasta Zara a Muggia (Trieste), considerato il mattone principale su cui si regge l’intera impalcatura finanziaria del concordato, con un’iniezione di liquidità in arrivo di 118 milioni di euro per la cessione della fabbrica. L’iter è stato seguito dai commissari giudiziali nominati dal Tribunale di Treviso Lorenza Danzo, Marco Parpinel e Danilo Porrazzo. «È una notizia che aspettavamo e che ci permette di guardare con grande fiducia al futuro. Il via libera definitivo conferma la bontà del piano industriale di Pasta Zara» afferma il Presidente Furio Bragagnolo, che aggiunge «un doveroso ringraziamento va ai lavoratori di Pasta Zara che in questi mesi hanno continuato a credere nel progetto e a chi, penso ai fornitori, ha continuato a sostenerci».
Confermato dunque lo schema approvato dalla maggioranza dei creditori: sei distinte classi per i rimborsi, che vanno da un minimo del 33 per cento a un massimo del 100 per cento delle somme dovute, e cessione di Muggia per 118 milioni di euro. Misure di emergenza che hanno consentito (e consentiranno) allo stabilimento di Riese di continuare a investire e a progettare un futuro più roseo. Pasta Zara nel percorso di ristrutturazione del gruppo, è stata affiancata dall’advisor finanziario Deloitte, dallo studio di comunicazione The Skill, dallo Studio Legale Chiomenti e da 3XCapital. Tra i promotori della soluzione industriale (preferita a quella finanziaria per il superamento della crisi) c’è il manager Nicola Cecconato, entrato nel cda durante la crisi proprio con l’obiettivo di aiutare lo storico marchio trevigiano a rialzarsi. —
Andrea De Polo
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