Il titolare dell’operaio morto «Nessun errore, solo sfortuna»

CODOGNÈ. È affranto Flavio Marcon, l'imprenditore di Codognè proprietario del capannone della IM di Budoia, dove lunedì mattina il 25enne operaio croato Jurica Pintar ha perso la vita schiacciato da una lastra metallica. Marcon ha un’altra sede della medesima attività a Codognè e dà lavoro a decine di persone. Marcon ha fornito completa assistenza ai carabinieri della compagnia di Sacile.
A Budoia, nella pedemontana pordenonese, il capannone della IM è sequestrato solo in minima parte. «Infatti – specifica Marcon – gli inquirenti hanno posto sotto sequestro soltanto la zona del capannone nella quale è avvenuta la disgrazia. Per il resto l'attività prosegue. Ma è chiaro che non è molto semplice lavorare in queste condizioni: siamo molto sconcertati e addolorati». Flavio Marcon conosceva da tempo Jurica Pintar: «Era un bravissimo ragazzo e un grande lavoratore, competente nel suo ramo. Era arrivato dalla Croazia con grandi e buoni propositi. Non riesco a non pensare allo strazio e alle difficoltà che in questi giorni stanno provando sulla loro pelle i familiari». Alla fine Pintar ha commesso degli errori? «Non proprio – conclude Flavio Marcon – si è trattato soltanto di sfortuna. Di un episodio sfortunato per colpa di alcuni millimetri. Jurica sapeva fare bene il suo lavoro. Ci si trova di fronte a un caso su un milione dove purtroppo di va male. Con Jurica è andata proprio così». Sarà ora la Procura di Pordenone, con il pm di turno Federico Facchin, a stabilire realmente se sussistono delle responsabilità sulla morte del 25enne. —
Rosario Padovano
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