Il titolare: «C'è anche plastica ma non sprigiona diossina»

 
MORIAGO.
Paolo Zanetti ha conosciuto giorni migliori. Ma la sua prima preoccupazione, ieri pomeriggio, è stata quella di placare gli allarmismi: «Nello stabilimento sono andati bruciati imballi di cartone e di polipropilene perchè le catene da neve sono fatte per tre quarti di acciaio e per un quarto di materiale plastico. Ma il polipropilene non sprigiona diossine, non c'è alcun pericolo per le emissioni in atmosfera». Chiarito questo aspetto - «prima che a qualcuno venga in mente di dire il contrario» - Zanetti racconta che cosa è successo: «Lo stabilimento andato in fiamme non è un sito produttivo, ma un fabbricato che ospita un magazzino logistico. In questo periodo è poco presidiato, c'erano solo tre operatori i quali mi hanno riferito di aver udito un breve schiocchettio: subito dopo han visto le fiamme, ma era troppo tardi per fermare l'incendio». Nello stabilimento di Mosnigo sono andati distrutti prodotti finiti e materiale da imballo per diverse tonnellate: «Secondo un calcolo molto sommario - aggiunge Paolo Zanetti - tenuto conto che la struttura era di seimila metri quadrati coperti e sono venuti giù anche i muri, posso stimare in tre milioni di euro i danni per la distruzione del fabbricato ed almeno 4 o 5 milioni di prodotto finito».  Avvisato immediatamente del rogo, Zanetti si è recato in mattinata sul posto per cercare di ricostruire l'accaduto, ha parlato con i dipendenti e con i vigili del fuoco. «Ma per adesso è impossibile capire l'origine delle fiamme. Ritengo di essere assicurato per il danno subito, ma non ho ancora parlato con il mio assicuratore».  Paolo Zanetti è un imprenditore trevigiano attivo da molti anni nel settore metalmeccanico. Presente con imprese a Bergamo, Nervesa, Crocetta, Vidor, Santa Lucia e Onara realizza ricavi per oltre cento milioni di euro l'anno. I suoi prodotti spaziano dalle catene da neve agli aerografi alla componentistica per il mercato degli scarponi da sci. (d.f.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso