Il sindaco: «Barison? Decida il prefetto»
Feston: «Solo lui può farlo dimettere». Il consigliere respinge le accuse di Lega e Pd

Giuseppe Barison
ZERO BRANCO.
«Sono sereno e resto al mio posto in consiglio comunale. Mi alzerò solo se me lo chiederà il sindaco»: Giuseppe Barison, l'imprenditore che ha patteggiato 19 mesi per corruzione nel giro di tangenti dell'ente Provincia a Venezia, si mette in trincea contro Lega e Pd che avevano chiesto la sua testa. «Deciderà Barison in coscienza cosa fare» dice il sindaco.
All'indomani della sentenza di patteggiamento di Barison, i segretari provinciali di Lega e Pd, Toni Da Re ed Enrico Quarello, avevano chiesto per l'ex capogruppo leghista, ora in Consiglio da indipendente, le dimissioni immediate, aprendo di fatto il dibattito sulla questione morale. «Chi sono Da Re e Quarello per permettersi di giudicarmi? Non ho mai avuto la tessera della Lega. Io rispondo solo alla mia coscienza: gli altri non li sento e non li vedo - contrattacca Barison - se resto in consiglio comunale? Certo che sì, sarò fedele al mandato dei cittadini. Sono stanco delle polemiche». Ieri mattina c'è stato un primo chiarimento tra il consigliere ed il sindaco. «Se Feston me lo chiederà, mi alzerò e lascerò il mio posto in consiglio comunale. Ma finchè non sarà così, continuo nel mio mandato» aggiunge Barison che, coinvolto nella «cricca» degli appalti in quanto socio della «Benetazzo Group», a cui erano stati assegnati lavori per circa 40mila euro per la riqualificazione dell'isola di San Servolo, in laguna, e gli interventi su Ca' Corner, sede della Provincia di Venezia, continua a professarsi innocente. Per questo non ha dubbi: «Vado avanti con il mandato». «Il testo unico degli enti locali parla chiaro: è solo il prefetto, consultati gli atti della Procura, a poter firmare per un consigliere comunale il provvedimento di sospensione che viene comunicato al sindaco e quindi all'assemblea - chiarisce il sindaco Mirco Feston - in ogni caso Barison potrà decidere in coscienza cosa fare, a me interessa la trasparenza. Sono contrario all'istituto del patteggiamento nella giurisprudenza italiana e condanno duramente la corruzione ed il sistema degli appalti truccati: per questo come amministrazione abbiamo aderito anche ad Avviso Pubblico, l'associazione degli enti pubblici contro le mafie». Intanto resta aperta la questione della lista unica di opposizione, Lega esclusa, senza simboli di partito: l'altro giorno Barison l'aveva annunciata come un progetto che sta crescendo assieme a Pdl, Udc ed ex del Carroccio. Ieri il Pdl, dopo che Castro aveva imposto uno stop all'esperimento, ha preso le distanze dall'iniziativa. «Né il coordinatore locale Giorgio Rigo, né io come capogruppo della lista di riferimento in Consiglio ne sappiamo nulla - dice Renato Toppan - quindi, prima di parlare, Castro ci contatti».
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