Il sindacato in difesa dei dipendenti «Flessibilità? Sì, ma servono più addetti»

Sono dipendenti del Comune di Treviso gli addetti che operano nei musei civici del capoluogo, ma il problema delle mancate coperture nei festivi, non è questione di poca buona volontà bensì di mancanza di organico e risorse. Colpa di normative nazionali, burocrazia e continui tagli alla spesa, secondo Ivan Bernini (in foto), segretario della Funzione Pubblica Cgil del capoluogo. «Premesso che nessuno ci ha convocati per discutere il problema delle aperture museali, la situazione del nostro Paese e quindi anche di Treviso, è che agli enti locali non vengono garantite le risorse per avere una certa flessibilità nell'assunzione di personale», spiega Bernini, «si possono anche fare accordi per tenere aperto nei festivi, ma il punto è che l'intesa senza l'organico non è fattibile. Non è un problema di rigidità sindacale, ma di sistema». Possibile pensare a un contratto diverso e a un inquadramento che consideri i musei come degli ospedali, con personale sempre reperibile per garantire l'apertura degli spazi cultuali 365 giorni l'anno? Ipotesi avanzata proprio dal ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, dopo la figuraccia per la chiusura del Colosseo a settembre con i lavoratori in assemblea. «I margini di flessibilità si possono dare solamente con le assunzioni e quindi andando a investire sui servizi ai cittadini», replica Bernini, «ben venga la turnazione, ma servono figure sufficienti per ruotare, bisogna monetizzare lo straordinario e ogni lavoratore pubblico, esattamente come quello privato, ha diritto al giorno di riposo». (v.c.)
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