Il San Camillo a Roma per madre Vannini «Nei reparti trevigiani vive il suo esempio»

L’ospedale di viale Vittorio Veneto festeggia e potenzia i servizi sanitari Nel 2020 apre il reparto di Riabilitazione Neurologica con 20 posti letto 
ZAGO . AG.FOTOFILM TREVISO BEATA G. VANNINI A SAN CAMILLO
ZAGO . AG.FOTOFILM TREVISO BEATA G. VANNINI A SAN CAMILLO

le celebrazioni

Le suore camilliane sono inconfondibili: l’abito bianco con la grande croce rossa impressa sul petto. Si muovono operose tra gli ammalati seguendo la vocazione che ha aggiunto ai tradizionali voti di castità, povertà e ubbidienza, anche una quarta promessa: assistere gli infermi anche a costo della propria vita.

Nate tre secoli or sono, approdate nella Marca una settantina di anni fa, hanno creato l’ospedale San Camillo, un punto di riferimento della sanità trevigiana che domani festeggia la canonizzazione della beata Giuseppina Vannini, fondatrice della Congregazione delle Figlie di San Camillo. Da viale Vittorio Veneto è partita una delegazione di medici, infermieri e loro familiari, cittadini, con destinazione la basilica di San Pietro a Roma per la grande cerimonia di canonizzazione.

«Madre Vannini ci guida ogni giorno, negli ambiti sanitari, ci suggerisce di operare dedicando la nostra vita al malato, con un forte spirito missionario, spirituale, creativo. Il nostro servizio si traduce nelle nuove sfide della sanità del futuro senza dimenticare le radici» dice la superiora suor Bianca De Luca.

LA MISSIONE TREVIGIANA

«Come figlie operiamo nei nosocomi, nelle case di riposo, nei luoghi di cura e sofferenza. La comunità del San Camillo di Treviso conta 15 suore, tutte con formazione sanitaria, una decina svolge l’opera sul campo, all’interno dei reparti» ricorda suor Lancy Ezhupara, direttore amministrativo del San Camillo. Accanto al personale religioso lavorano 240 dipendenti, oltre un centinaio di liberi professionisti “a chiamata”, e il coordinamento è affidato a 10 caposala. «Nell’attività quotidiana c’è una forte affinità al carisma della beata Giuseppina Vannini» evidenzia suor Lancy.

Un’attenzione che si sostanzia nei numeri: 4.000 ricoveri annui e una media tra i 600 e i 700 pazienti che afferiscono ogni giorno ai servizi ambulatoriali, un trend in aumento per quel che riguarda gli screening oncologici. Ma il San Camillo crescerà ancora nei prossimi mesi. «Camminiamo sulle orme di madre Vannini per dare una risposta sempre maggiore ai bisogni della comunità, in termini di cure offerte e implementazioni tecnologiche» annuncia suor Lancy.

IL NUOVO REPARTO

Entro il 2020 verrà rafforzata la Riabilitazione Neurologica con l’attivazione di 20 posti letto al terzo piano del San Camillo. Si tratta dell’apertura di un nuovo reparto nel padiglione più moderno. «Siamo in fase di autorizzazione e accreditamento da parte della Regione, che ci ha riconosciuto l’aumento di posti letto. Sul fronte del personale assegneremo ulteriori incarichi» aggiunge suor Lancy. Nel frattempo, il San Camillo sta affiancando il Ca’ Foncello con un accordo extra-budget per abbattere le liste d’attesa entro dicembre 2019, per quanto riguarda le specialità di Radiologia, Endoscopia, Cardiologia.

LA STRUTTURA

Possibile l’attivazione di un Pronto soccorso privato al San Camillo, sulla falsariga di quanto fatto dalla Casa di cura Giovanni XXIII di Monastier, per sgravare l’ospedale di Treviso dal surplus di codici bianchi che affollano la sala d’aspetto?

La direzione del San Camillo ha le idee chiare sul punto. «Non sposiamo l’idea di creare al San Camillo un Pronto soccorso per molteplici ragioni–spiega suor Lancy– non affrontiamo l’emergenza e non avremo i requisiti di distanza minima dall’ospedale di Treviso, per questo puntiamo a mantenere e a sviluppare la nostra attività, con lo sforzo di tenere sempre alta l’eccellenza». Suor Bianca si sofferma sull’attenzione all’assistenza applicata in corsia: «Madre Vannini è un esempio anche per i più giovani, la sua esistenza è stata improntata sulla pazienza, insegna a non bruciare le tappe, a non volere tutto e subito». Nei reparti risuonano sempre le sue parole: «Fare bene il bene». —

Valentina Calzavara

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso