Il regista Curreri ucciso da un creditore

Nel 2007 girò in città il seguito di «Signore e signori», ma le riprese furono un valzer di polemiche. Arrestato l’omicida
PUCCI TREVISO RIPRESE FILM ANNI 70 agenzia fotografica fotofilm
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TREVISO

I titoli di coda sulla vita di Mauro Curreri sono arrivati all’improvviso, in un teatro di Milano. Il 39enne regista di «Settanta», che mobilitò mezza Treviso nell’estate del 2007 per realizzare l’autodefinito seguito di «Signore & Signori», è stato ucciso ieri pomeriggio con due colpi di pistola mentre stava reclutando gli attori per il suo prossimo film. Il suo killer, il 53enne padovano Mauro Pastorello, ex ufficiale dell’esercito, l’ha raggiunto in via Watt per chiedergli ancora una volta una cifra pattuita ai tempi del primo film di Curreri, «Gli eroi di Podrute», del 2005. Un breve litigio, poi i due spari. Gli attori, terrorizzati, hanno chiamato il 118, ma il regista torinese è morto prima di arrivare in ospedale.

Il suo sogno da cineasta è finito prima di cominciare il prossimo lavoro, un film sulla vita dell’aviatore Francesco Baracca. È stato lo stesso omicida a chiamare i carabinieri per parlare con un colonnello: «Ho giustiziato un uomo». Quando i militari sono arrivati, dopo il delitto, si trovava nel cortile dello stabile con l’arma in mano. È stato necessario che i militari lo tranquillizzassero per trovare il momento più opportuno per immobilizzarlo e arrestarlo. Poi è crollato. Secondo gli inquirenti, il movente dell’omicidio è di tipo economico: Pastorello esigeva da Curreri una somma per le sue prestazioni da consulente militare, sceneggiatore e attore non protagonista.

Era partito da Padova senza avvertire i familiari: non aveva particolari problemi economici, ma era esasperato dai continui litigi con Curreri proprio per questioni di soldi. Gli ha sparato con una vecchia pistola, risalente agli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Il delitto si è consumato in un corridoio che accede agli studi veri e propri.

Curreri, titolare e fondatore della«Television Spot Company», era conosciutissimo a Treviso proprio per la realizzazione, nelle vie e nelle piazze del centro storico, del suo secondo film, «Settanta», un’opera decisamente sconclusionata che ha avuto però il merito di lanciare come attore Jgor Barbazza, ora volto di Centovetrine. Centinaia i trevigiani utilizzati come comparse in piazza dei Signori, al tribunale, al Duomo, finiti poi nelle immagini in post-produzione diventate film in un improvvisato studio a Silea. E proprio in «Settanta» recita anche Giancarlo Gentilini, in un cameo. Che non portò fortuna a Curreri: il film, proiettato nella prima trevigiana all’Embassy, non superò la prima settimana di programmazione, rivelandosi un fiasco totale. Da qui i problemi di Curreri, persona cortese ma un po’ confusionaria, che non riuscì a pagare parte delle spese affrontate. Ai tanti amici lasciati in città, infatti, fanno seguito le pressanti richieste dei creditori, che finora avevano aspettato in attesa che qualcuno comprasse i diritti del suo prossimo lavoro.

Una trama tale e quale a quanto accaduto proprio con «Gli eroi di Podrute», finito anche alla mostra del Cinema di Venezia ma poi stroncato dai distributori: nessuno aveva accettato il film, dando il via ai problemi economici per il regista. «Non riesco a trovare un co-produttore per il film che mi permetta di chiudere i contratti con gli attori. Se lo troverò pagherò tutti». Un prezzo, quello dell’attesa, che Mauro Pastorello non era più disposto a sostenere.

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