Il questore chiude il Barcone per un mese

Il locale “Il Barcone” rimarrà chiuso per un intero mese. Gli agenti della questura di Treviso hanno notificato, ieri mattina, a Franco Bacchin, il gestore del ristorante - bar ormeggiato al ponte della Gobba, sul Sile, il provvedimento di sospensione della licenza per la somministrazione di cibi e bevande.
A sottoscrivere il provvedimento, in vigore dalla mezzanotte di ieri, è stato il questore Tommaso Cacciapaglia, al termine degli accertamenti svolti dagli agenti della questura e della polizia locale. Il provvedimento della questura è la conseguenza dell’incidente avvenuto sabato notte, poco prima di mezzanotte, quando durante la festa del “Treviso Comic Book Festival” la passerella di collegamento tra il barcone e via Alzaia s’è staccata a causa dell’oscillazione dell’imbarcazione facendo finire in acqua diciotto giovani, che partecipavano alla festa, alcuni dei quali non sapevano nemmeno nuotare. Poteva essere una tragedia. È stata invece una festa finita molto male e che probabilmente, oltre ai naturali risvolti amministrativi, potrebbe avere anche strascichi giudiziari.
I vigili urbani hanno anche accertato che a bordo dell'imbarcazione era presente il triplo della capienza permessa: oltre trecento clienti, a fronte di una capienza di un centinaio di persone al massimo. È proprio l’eccessivo sovraffollamento del locale che ha spinto il questore Cacciapaglia a motivare il provvedimento di sospensione della licenza per un mese. Il provvedimento di sospensione della licenza potrebbe non essere l'unico: anche Ca’ Sugana sta valutando se sussistano le condizioni per un ritiro definitivo della licenza. Lo stesso sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, ha chiesto che venisse fatta completa chiarezza sulla vicenda. È il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, la normativa di riferimento: l'articolo 100 prevede la possibilità di una sospensione della licenza a un locale pubblico che abbia messo a repentaglio la sicurezza dei propri clienti.
Nella giornata di lunedì la polizia locale ha posto sotto sequestro amministrativo il barcone. Inoltre, su indicazione della Capitaneria di porto di Venezia, potrebbe essere aperto un fascicolo per delitto colposo di naufragio. Insomma, la vicenda, com’era prevedibile si sta ingarbugliando per il gestore del locale. Resta, infatti, aperto un ipotetico filone penale e civilistico: lesioni lievi come quelle riportate dalle persone cadute in acqua non sono sufficienti per far aprire un fascicolo in procura, ma serve la querela di parte. Se le denunce dovessero arrivare, le ipotesi di reato (a carico del titolare della licenza, non del proprietario della barca) potrebbero andare dalle lesioni colpose fino all'ipotesi più grave di disastro colposo. Bisognerà vedere se, come pare molto probabile, i giovani finiti in acqua presenteranno eventuali richieste di risarcimenti. C’è chi ha perso cellulari costosi o altri oggetti. Bisognerà vedere se si arriverà ad un accordo stragiudiziale che permetta un risarcimento prima di un’eventuale presentazione di una denuncia penale. Le parti offese sono ipoteticamente diciotto.
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