Il professor Taboga stroncato da un malore

Un malore improvviso ha stroncato lunedì Giorgio Taboga, 77 anni, musicologo contro corrente, molto conosciuto tra gli addetti ai lavori soprattutto per la tesi, sostenuta anche in un libro, dell'assassinio di Mozart. Ricercatore, scrittore, profondo estimatore di Andrea Luchesi, compositore settecentesco di Motta di Livenza, Giorgio Taboga era stato ospite anche a «Voyager», trasmissione di Rai 2 condotta da Roberto Giacobbo. Mozart ucciso non per una malattia, ma per le bastonate inferte dal padre di un'allieva da cui pare che il compositore attendesse un figlio: questa la tesi-choc sostenuta da Taboga. E su questa inquietante ipotesi Taboga ha scritto anche un libro, «L'assassinio di Mozart», grazie al quale è anche andato in tv. Lunedì il musicologo se ne è andato. Era nella sua casa di Silea con la moglie Anna quando è stato colpito da un malore. Soffriva del morbo di Parkinson, ma nulla faceva presagire il drammatico epilogo. Immediata la chiamata al Suem. I medici hanno tentato di rianimarlo. Ai flebili segnali di ripresa è seguito il disperato trasferimento in ospedale. Ma poco dopo l'arrivo al pronto soccorso, il settantasettenne è spirato. Professore di matematica in pensione - aveva insegnato anche alle medie di Roncade - Taboga ha dedicato la vita alla ricerca musicale. Si è occupato in particolare di Mozart e della sua fine. Secondo Taboga, per non intaccare l'aura del genio, le cronache di allora non diedero la verità dei fatti e nessun referto medico testimoniò la reale causa di morte del maestro. L'insegnante era un profondo conoscitore anche del compositore mottense Andrea Luchesi, che ha contribuito a portare a conoscenza del grande pubblico. Secondo il musicologo trevigiano, proprio Luchesi è il vero autore di spartiti attribuiti da tempo ad Haydn, Mozart e Beethoven. Taboga lascia la moglie Anna, i figli Maria, Agostino, Andrea e Matteo, i fratelli, i parenti e egli amici. I funerali saranno celebrati domani alle 9.45 a Silea. Oggi alle 19.30 in chiesa c'è il rosario.